Animali

Buone nuove per le specie in pericolo

Dal Cites, al via il commercio dell'avorio, ma bloccato il commercio degli squali.

Buone nuove per le specie in pericolo
Dal Cites, al via il commercio dell'avorio, ma bloccato il commercio degli squali.

Le zanne di questo elefante africano finiranno nella casa di qualche ricco giapponese, trasformate in statuette di Budda.
Le zanne di questo elefante africano finiranno nella casa di qualche ricco giapponese, trasformate in statuette di Budda.

L'ultima riunione della Cites (l'organismo dell'Onu che si occupa di commercio di animali in pericolo d'estinzione), tenutasi a Santiago del Cile durante la scorsa settimana, ha deluso alcuni delegati ma soddisfatto altri. Le decisioni più importanti sono state in parte contro, in parte a favore, della protezione delle specie minacciate. La prima riguarda l'elefante africano (Loxodonta africana); è stato infatti deciso di immettere in commercio almeno 60 tonnellate di avorio nel 2004. Anche se l'avorio proviene da depositi che i tre paesi coinvolti (Africa, Botswana e Namibia) hanno accumulato in anni di lotta al bracconaggio, la paura degli ambientalisti e di molti tra i ricercatori è che non sia possibile controllare del tutto il commercio dei preziosi denti. Questo significa che prima o poi riprenderà, in altri paesi africani meno attenti, l'abbattimento illegale degli elefanti per accumulare avorio da immettere (prima o poi) sul mercato. La popolazione di elefanti africani è crollata da oltre 1.300.000 esemplari a circa 400.000 oggi, proprio in seguito al bracconaggio e alla vendita di avorio ai paesi orientali, Giappone in primo luogo, per fare statuette di dubbio gusto.
Caccia allo squalo. Altre decisioni (questa volta positive) riguardano due specie di squali, lo squalo balena (Rhincodon typus) e lo squalo elefante (Cetorhinus maximus), che sono cacciati in tutti i mari del mondo a causa delle loro pinne. Le due specie, lente e innocue, sono facilmente uccise dai cacciatori. Le loro pinne finiscono poi in ristoranti cinesi e giapponesi per la famigerata “zuppa di pinne di pescecane”; la lunga pinna dello squalo elefante è anche utilizzata per fare trofei da vendere ai ristoranti e alle case dei ricchi in Asia. Dopo essere stati privati delle pinne, gli squali sono ributtati in acqua agonizzanti. Questi squali sono stati, all'ultimo momento, inseriti nell'Appendice II della Cites, quella in cui ci sono le specie il cui commercio richiede un controllo dei governi e un'estesa documentazione se alcune delle loro parti sono poste sul mercato. Insieme a queste specie sono stati posti sotto protezione altri organismi vulnerabili, in particolare il mogano a foglie larghe (Swietenia macrophylla) e molte specie di cavallucci marini, usati per creare orridi ricordini nei paesi tropicali.

(Notizia aggiornata al 18 novembre 2002)

14 novembre 2002
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