Se poteste visitarli non ci trovereste scimmie, leoni o altri animali esotici, ma solo serbatoi d'acciaio che proteggono il materiale biologico di molti animali, a rischio d'estinzione o meno. Da una quarantina di anni gli zoo congelati (frozen zoo) fanno da impianti di stoccaggio per il materiale genetico prelevato dagli animali: dna, sperma, uova, embrioni e tessuto vivo, conservati tra -170 e -225 °C in azoto liquido (crioconservazione) con l'obiettivo di salvaguardare la biodiversità.
Sparsi nel mondo. Nella più celebre di queste strutture, a San Diego (Usa), dormono migliaia di potenziali tigri, leoni, felini selvatici, elefanti, oranghi, rinoceronti, bufali, orsi, uccelli, anfibi, rettili e pesci.
Negli ultimi anni i frozen zoo, come le banche dei semi, si sono diffusi in varie parti del mondo: a Melbourne (Australia), a Londra (il Frozen ark project, con otto paesi membri), all'Università di Nottingham (UK) e diversi altri in America.
Purtroppo manca ancora una vera rete internazionale tra i vari istituti, con un catalogo delle specie conservate, ma si stima che l'insieme delle strutture di questo tipo siano riuscite a mettere al sicuro almeno 10 mila campioni di cellule e tessuti, da oltre 1.000 specie diverse.
Il gioco della Creazione. Se quanto avveniva nel Jurassic Park di John Hammond è considerato scientificamente impossibile per insufficienza (o danneggiamento) del materiale genetico, in un futuro prossimo, potremmo ricavare ovuli e spermatozoi dai tessuti biologici, creare embrioni e riportare in vita gli animali. È quanto sono riusciti a ottenere i ricercatori dello Scripps Research Institute di San Diego dopo aver ottenuto dai materiali crioconservati delle cellule staminali pluripotenti indotte (IPS).
Le IPS sono cellule in grado di differenziarsi per poter diventare ogni altro tipo di cellula. I ricercatori dello Scripps intendono utilizzarle per creare dei gameti e poi originare delle cellule uovo attraverso la fecondazione in vitro. Quando l'idea dei frozen zoo nacque, la tecnologia genetica era ancora agli albori e non era noto come si sarebbero potuti utilizzare tutti gli esemplari genetici raccolti. Ora, la tecnologia ha superato alcune limitazioni e permetterebbe forse di riportare in vita anche delle specie estinte, ma su questa possibilità la discussione sui problemi etici è tutt'altro che conclusa.