Un mucchietto di cellule, e prima ancora due soltanto, unite in un incontro fortunato. L'uomo condivide con i più colossali e minuti animali questa microscopica origine, che il film-maker e fotografo olandese Jan van Ijken ha catturato in time-lapse (il video a inizio pagina è una breve anteprima).
Becoming è nato così: van Ijken voleva documentare il processo del divenire dal principio, e per farlo ha seguito l'evoluzione delle uova - trasparenti - di tritone alpino (Ichthyosaura alpestris), un anfibio della famiglia delle salamandre.
Le riprese. Al lavoro ha collaborato un allevatore, che avvisava il regista ogni volta che una cellula uovo di tritone tenuta in cattività veniva fecondata da un maschio. Filmare al microscopio la prima scissione cellulare si è rivelata una corsa contro il tempo; e anche con le fasi successive il lavoro è stato particolarmente complesso.
A volte van Ijken arrivava troppo tardi. Altre volte la divisione cellulare avveniva dalla parte opposta dell'embrione rispetto all'obiettivo, altre ancora non accadeva, o non c'era la luce giusta. Quello che nel filmato sembra lo sviluppo di una singola larva, è in realtà un collage di video e foto di molti embrioni, ripresi in fasi di sviluppo cellulare successive. Per condensare in sei minuti ciò che la natura compie in quattro settimane, ci sono voluti sei mesi.
La vita in bilico. Per certi versi, ciò che si osserva non è molto diverso da quanto avviene per gli embrioni umani. Attorno alla fine del primo minuto di video (il terzo giorno di sviluppo), l'embrione si increspa e si ripiega su se stesso: è il processo, fondamentale per i vertebrati, della gastrulazione, un insieme di movimenti cellulari organizzati che imprime all'embrione una prima forma e dà luogo a un'estremità caudale, una cefalica, un dorso e un ventre oltre all'endoderma, uno strato di cellule che formerà il tubo digerente.
La vita, che in questo lavoro possiamo ammirare filmata nei suoi inizi, è estremamente fragile: molte delle larve seguite dal fotografo non sono arrivate a questo stadio, e quelle che si sviluppano in natura sono esposte alle condizioni precarie degli habitat e alle sostanze inquinanti che riversiamo nei fiumi. Alla schiusa le larve, prive di zampe e munite di branchie, si nutrono di plancton restando attaccate ai fondali o alle piante acquatiche. Conquistati gli arti, inizierà ufficialmente la vita anfibia.