Sorseggiare una bibita in mezzo a gatti monocolore o pezzati, striati o marmorizzati, grassi o magri, piccoli e grandi, da accarezzare o semplicemente da guardare mentre giocano o fanno acrobazie, ed eventualmente da adottare: un sogno per qualsiasi gattofilo, soprattutto se non può tenere in casa un felino.
È quanto propongono i cat café, che con i nomi più fantasiosi e bizzarri stanno prendendo piede un po' ovunque: così in Malesia c'è il Purrfect cat café, a Madrid la Gatoteca, a Copenhagen il Café miao, a Berlino il Pee Pees Katzencafé, a Torino il MiaGola. Il capoluogo piemontese accoglie anche il Neko Cat Café: neko è la parola giapponese per indicare il felino in questione.
Felini del Sol levante. I giapponesi sono stati i primi a lasciarsi conquistare dall'idea, dopo anni di “turismo felino” per visitare il primo locale al mondo, aperto nel 1998 a Taiwan. Nel 2004 anche il Giappone ha avuto finalmente il suo primo neko café, a Osaka. Ora Tokyo ne vanta 39, anche a tema: ci sono bar per gatti neri e altri per felini grassi, per mici di razza pregiata o ex randagi (adottabili). E sull'onda sono sorti perfino Rabbit (coniglio) café e addirittura un locale con capre.
Sbarco a occidente. I bar miagolanti si sono poi diffusi in altre nazioni asiatiche, come Corea del Sud e Malaysia; sono quindi sbarcati in Europa, con Vienna in testa, infine in America e Australia. E il trend prosegue.
Rimane il dubbio che non vengano rispettati i felini, ma di solito i locali hanno un regolamento ben preciso per non turbarli troppo: come minimo, non svegliare il gatto che dorme!