Animali

L'avorio dei mammut siberiani è arrivato nei mercati della Cambogia

Lo scioglimento del permafrost artico sta riportando alla luce le zanne dei giganti preistorici sepolti: il loro commercio è legale, ma si diffonde più velocemente di quanto si credesse, e può essere di intralcio a chi ostacola il bracconaggio degli elefanti.

La fusione del permafrost siberiano legata ai cambiamenti climatici sta riportando alla luce i resti della megafauna preistorica: le zanne dei mammut lanosi sono da qualche tempo al centro di una nuova - per ora legale - tratta dell'avorio. Su questo tipo di commercio vi sono opinioni contrastanti, ma in base alle analisi genetiche compiute su alcuni oggetti in avorio venduti in Cambogia, potrebbe essersi diffuso molto più rapidamente del previsto.

Per combattere la tratta illegale delle zanne di elefanti, è importante ricostruire con la massima precisione possibile il percorso dell'avorio di contrabbando dall'animale al venditore. Per questa ragione le autorità della Cambogia (uno dei Paesi in cui il commercio di avorio è più diffuso) stanno collaborando con i ricercatori della Royal Zoological Society scozzese per raccogliere campioni dei trofei di caccia venduti nei mercati locali e analizzarne il DNA, così da stabilirne la provenienza.

Infiltrati a sorpresa. Come prevedibile, la maggior parte dell'avorio confiscato per le analisi era di origine africana: tra il 2007 e il 2014, un terzo degli elefanti del continente (144 mila esemplari circa) è scomparso a causa del bracconaggio. Ma se tutto questo era tristemente sospettabile, i ricercatori sono rimasti di stucco quando hanno realizzato che alcuni ciondoli confiscati erano stati ricavati da una zanna di 10 mila anni fa. Per gli scienziati ritrovare l'avorio di mammut siberiano in un Paese tropicale come la Cambogia, e soprattutto scoprirlo praticamente all'inizio dei test, è stato uno shock: significa che il prodotto è molto più diffuso di quanto si credesse.

Mischiare le carte. A un occhio inesperto, l'avorio di un mammut lanoso è praticamente indistinguibile da quello dei moderni pachidermi. Ecco perché Paesi come la Cina ritengono il nuovo commercio un'alternativa "etica" all'avorio di contrabbando. In effetti i mammut lanosi sono già morti e diffusi in quantità nel suolo ghiacciato (potrebbero essercene 150 milioni nel permafrost settentrionale). D'altro canto, però, il fatto che la loro vendita sia legale fa sì che vengano usati per camuffare l'avorio di elefante, con il quale sono facilmente confusi. Senza contare che le zanne di mammut sarebbero un oggetto di studio prezioso, per i paleontologi.

Insomma, sempre meglio prendere l'avorio da bestioni congelati che da animali vivi, ma finché il bracconaggio rimarrà una piaga diffusa, è impossibile stabilire se questo commercio alternativo stia aiutando o complicando le indagini sul contrabbando di zanne di elefante.

14 gennaio 2019 Elisabetta Intini
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