Animali

Audubon Photography Awards, dieci foto di uccelli che si preparano il pranzo

Estratto dalla sabbia, pescato dal fondale, inseguito in corsa, agguantato a mezz'aria: il pasto dei pennuti è una conquista sudata, come documentano questi scatti che li colgono col bottino nel becco o tra le zampe.

Volare, cinguettare, covare e cercare di fare colpo sul partner sono attività che richiedono molte energie. Per la maggior parte degli uccelli, sopravvivere significa introdurre ogni giorno una quantità di cibo compresa tra il 5 e il 35 per cento del proprio peso, o in certi casi molto di più: i colibrì possono consumare una quantità di nettare pari al 100% della propria stazza!

In questa selezione di foto in tema "cibo" tratte dagli scatti sottomessi all'edizione 2018 degli Audubon Photography Awards, il prestigioso concorso fotografico che documenta la vita dei pennuti, possiamo farci un'idea più precisa della varietà del menù degli uccelli e delle straordinarie tecniche di caccia messe in campo per procurarsi da mangiare.

Pochi spettacoli affascinano di più della caccia della garzetta rossastra (Egretta rufescens): l'uccello insegue attivamente le prede nelle acque basse delle zone umide, spesso usando l'ombra delle proprie ali per attenuare i riflessi del Sole, quando è pronta a infilzarle col becco. Queste sue corse aggraziate da predatore affamato le sono valse il soprannome di T.rex delle pianure. © Tim Timmis/Audubon Photography Awards
Quando il bucero di Hemprich (Lophoceros hemprichii), un uccello di origini africane, agguanta un boccone di cibo, lo lancia sul fondo della gola con un rapido e deciso movimento del capo. Questa specie è onnivora e si nutre principalmente di frutta nelle aree con una fitta vegetazione, e soprattutto di carne se vive nella savana. A causa del becco a base di cheratina, conosciuto sul mercato nero come "avorio rosso", è minacciato di estinzione. © Kevin Vande Vusse/Audubon Photography Awards
Un'anatra tuffatrice (Mergus serrator) è finita nelle grinfie di un gufo delle nevi (Bubo scandiacus). Sono gli artigli del rapace a uccidere le prede, spezzando la loro colonna vertebrale con un colpo deciso. Più comunemente la sorte infausta tocca a piccoli roditori. © Matthew Booth/Audubon Photography Awards
La spartizione del pasto tra due merli acquaioli americani (Cinclus mexicanus): questo passeriforme semiacquatico si nutre di larve di insetto che trova sul letto dei fiumi, ma anche di altre piccole creature come pesciolini, vermi, libellule e zanzare adulte, uova di pesce. Per cacciare cammina nell'acqua ghiacciata con la testa sommersa, spostando i sassi di fiume per stanare le prede; ma sa anche agguantare gli insetti a nuoto e "volare" sott'acqua agitando le ali. In caso di necessità caccia anche attraverso le cascate, sotto alle quali ama costruirsi il nido. © Joffe Nelson/Audubon Photography Awards
Fiori, gemme, foglie e frutti sono le principali voci del menù del fringuello arboricolo beccogrosso (Platyspiza crassirostris), uno dei pennuti studiati da Charles Darwin sulle isole Galapagos. Il suo becco robusto e incurvato, simile a quello di un pappagallo, è adatto ai cibi morbidi di cui si nutre, mentre un apparato digerente particolarmente sviluppato in dimensioni gli consente di trarre energie da alimenti particolarmente indigesti, come foglie e germogli. © Michael Sandoz/Audubon Photography Awards
Dura la vita delle prede del corridore della strada o roadrunner (Geococcyx californianus): questo pennuto originario del sudovest degli USA, noto per aver ispirato il personaggio di Beep Beep nei cartoni animati della Warner Bros., raggiunge nelle sue inusuali corse su terra i 30 km orari, e ciò nonostante sia in grado di volare. Nel suo becco finiscono soprattutto serpenti (anche velenosi) e lucertole. © Barbara Baird/Audubon Photography Awards
Invertebrati marini, pesci, insetti, altri uccelli, uova di uccelli: il gabbiano reale nordico (Larus argentatus) è di bocca buona, anche se in genere preferisce comportarsi da predatore opportunistico, ossia risparmiarsi la fatica della caccia e lasciare che qualcun altro procuri cibo per lui. Sta per esempio vicino alle balene o alle reti da pesca, nutrendosi di zooplancton, calamari e piccoli pesci che sfuggano alla prima trappola, affiorando in superficie. © Christi Herman/Audubon Photography Awards
Una gracula comune (Quiscalus quiscula) non ha potuto salvarsi dalla picchiata di un falco pellegrino (Falco peregrinus): in questa fase della caccia, il rapace può superare i 320 km orari - più veloce di un'auto da corsa. Il pennuto è capace di cacciare anche a mezz'aria, ma in questo caso a velocità decisamente inferiori (105-110 km orari), insufficienti a catturare le sue prede più comuni. Ecco perché, quando ha fame, cerca di portarsi in una posizione sopraelevata, di vantaggio, da cui possa lanciarsi al massimo delle sue capacità predatorie. © Scott Dere/Audubon Photography Awards
Un piovanello tridattilo (Calidris alba) approfitta delle provviste che le onde hanno portato sulla sabbia. Molluschi, crostacei, vermi marini e insetti acquatici sono i suoi alimenti preferiti: per massimizzarne la cattura infila il becco nella sabbia fino a 2 o 3 cm di profondità, o aspetta che le prede emergano dalle loro tane sul bagnasciuga per nutrirsi, tra la bassa e l'alta marea. © Trish O'Keefe/Audubon Photography Awards
27 gennaio 2019 Elisabetta Intini
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