Qualche anno fa (quasi un quarto di secolo, in realtà), con il film tratto dall'omonimo romanzo "L'uomo che sussurrava ai cavalli", il mondo del cinema ci fece conoscere la figura dello "horse whisperer", la persona che sussurra ai cavalli, capace di stabilire una fortissima empatia con gli equini semplicemente usando il giusto tono di voce.
Quella che poteva sembrare solo un'invenzione narrativa, però, potrebbe avere delle solide basi: lo dimostra uno studio dell'università di Copenhagen pubblicato su BMC Biology, nel quale un gruppo di ricercatrici hanno provato a capire se gli animali capiscono il nostro tono di voce, e quindi se il modo in cui ci rivolgiamo a loro abbia una qualche influenza sul loro umore e sul loro benessere.
l'umore di Cavalli e maiali. Studi di questo genere sono già stati fatti su cani e gatti, ovviamente: sono gli animali domestici più diffusi e quelli sul cui comportamento sappiamo più cose, e sono anche quelli del cui benessere ci preoccupiamo più spesso. Lo facciamo meno con altri animali domestici, che spesso sono visti più come strumenti che come creature viventi: lo studio dell'università di Copenhagen si è concentrato in particolare su suini ed equini, sia domestici (quindi maiali e cavalli da allevamento), sia selvatici (quindi cinghiali e cavalli non allevati).
Tutti gli animali sono stati esposti al suono della voce umana, che proveniva da altoparlanti nascosti; la voce non pronunciava parole di senso compiuto ma suoni simili a parole ma senza alcun significato, così da evitare il rischio che gli animali domestici reagissero a termini che avevano imparato nel corso della loro vita.
parlare con gli animali gentilmente. Le autrici dello studio hanno così potuto verificare le differenti reazioni degli animali di fronte a una voce che parlava con tono rassicurante e gentile rispetto a una aggressiva e violenta. E hanno scoperto, forse poco sorprendentemente, che la prima ha un effetto positivo sul loro umore, mentre la seconda uno negativo: per capirlo hanno interpretato una vasta gamma di segnali che sono indicativi dell'umore dell'animale, dalla posizione delle orecchie ai loro movimenti, e hanno concluso che, come i cani e i gatti, anche i suini e gli equini capiscono quando una persona si sta rivolgendo loro con tono aggressivo, e quando invece si sta comportando con gentilezza.
È una scoperta importante: significa che quando parliamo di welfare non dobbiamo considerare solo le condizioni in cui gli animali domestici vivono, ma anche il modo in cui interagiamo con loro.
Ora il gruppo di ricerca vuole tentare l'esperimento opposto, per scoprire se noi umani siamo in grado di capire le emozioni degli animali ascoltando i loro richiami.