Modificati geneticamente corrono il doppio di quelli normali. Tutto merito di una proteina che può anche essere stimolata da un nuovo farmaco allo studio. Sarà il doping del futuro?
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Le corse coi topini erano di moda nell'Inghilterra del secolo scorso. Oggi il doping potrebbe incidere anche in questa disciplina. |
Possono correre quanto Halle Gelbrselassie o i migliori maratoneti keniani, ma si tratta di “atleti” dopati. Non è l'ultimo scandalo olimpionico, ma i risultati di una ricerca del Salk Institute di La Jolla a San Diego (California), che ha prodotto una nuova specie di topi “maratoneti”, in grado di correre il doppio di quelli normali. Il tutto grazie a una piccola modifica dei geni che permette di aumentare in modo considerevole la resistenza.
L'obiettivo della ricerca, come anche lo scienziato più scellerato può facilmente immaginare, non era tanto quello di creare super atleti per le olimpiadi di Topolinia, quanto studiare i geni coinvolti nell'obesità e nel metabolismo dei grassi. Per caso i ricercatori guidati da Ronald Evans hanno scoperto il modo per trasformare i topolini in fondisti.
Resistere, resistere, resistere. La chiave di tutto è una proteina chiamata PPARdelta che svolge un ruolo fondamenteale nel bruciare i grassi e combattere l'obesità. La sua attività favorisce la riduzione dell'accumulo di riserve grasse. Nel corpo, comunque, il grasso viene bruciato soprattutto dai muscoli con fibre rosse (dette anche fibre resistenti o a contrazione lenta) che danno agli atleti la resistenza e sono molto presenti nella muscolatura dei maratoneti. Le altre fibre muscolari principali sono quelle chiamate fibre pallide (o veloci), alimentate soprattutto dagli zuccheri e responsabili degli scatti e della velocità. Le fibre lente sono aerobiche, mentre quelle veloci sono anaerobiche.
Correre a mangiare. I ricercatori hanno creato un topo geneticamente modificato per produrre alti livelli di PPARdelta nei muscoli. Come era presumibile, i topi geneticamente modificati, sottoposti a una dieta ipergrassa per 97 giorni, sono ingrassati soltanto di un terzo rispetto agli altri topi. Ma sorprendentemente la composizione dei loro muscoli è cambiata: le fibre lente sono raddoppiate. «Questi topi sono geneticamente più in forma - spiega Evans - e si comportano come atleti allenati». Messi alla prova, sono capaci di correre quasi il doppio (92 per cento in più) dei topi normali.
Il futuro del doping. Aumentare i livelli di PPARdelta nell'uomo può avere i medesimi effetti sulla composizione delle fibre muscolari? Nessuno lo sa ancora. La proporzione tra fibre lente e veloci fa la differenza tra un velocista e un fondista e in qualche modo si può cambiare con l'allenamento. Ma un farmaco che attiva direttamente la proteina PPARdelta è in fase di test per abbassare il colesterolo. Potrebbe in un futuro essere utilizzato come una forma di doping. Le prime conclusioni di Evans, infatti, confermano che il farmaco ha molti effetti simili a quelli riscontrati nei topi e potrebbe servire per aumentare la resistenza degli atleti.
(Notizia aggiornata al 26 agosto 2004)