L'annuncio del team di Hwang Woo Suk, lo scienziato sudcoreano primo al mondo nella ricerca sulle cellule staminali embrionali. Ma per farlo nascere
Ritratto di famiglia a tavola. Snuppy, al centro, tra il padre clone (a sinistra) e la madre surrogata. In Corea del Sud il migliore amico dell'uomo da' il meglio di sè a tavola: è una prelibatezza gastronomica. Foto: © Seoul National University. |
È un cucciolo di afghano maschio partorito con taglio cesareo da una madre surrogata, di razza Labrador; si chiama Snuppy, nome che richiama il celebre bracchetto dei Peanuts ma che in realtà è l'acronimo di "Seul National University puppy" dal nome dell'università sudcoreana che lo ha fatto nascere; ed è nato il 24 aprile, ma l'annuncio è stato dato soltanto ora.
Padre celebre, madre surrogata. Il "papà" di Snuppy è Hwang Woo Suk, soprannominato "il re della clonazione": lo scorso maggio il suo team è riuscito a realizzare le prime linee di cellule staminali embrionali "su misura" prelevate da embrioni clonati a partire da cellule adulte di 11 esseri umani.
Un esperimento che fece scalpore. Per realizzare Snuppy è stata utilizzata la stessa tecnica di trasferimento del nucleo di cellule somatiche adulte impiegata per clonare Dolly. Hwang ha rimosso il materiale genetico dell'ovulo, sostituendolo con il nucleo di una cellula somatica adulta ricavata da un cane afghano maschio; con una piccola scarica elettrica è stato fatto "partire" lo sviluppo del nuovo embrione che, giunto al momento opportuno, è stato impiantato nell'utero di una madre surrogata.
Dr. Dobermann. Far nascere un solo esemplare clonato ha comportato numerosi tentativi: gli embrioni ricostruiti erano ben 1095 e sono stati impiantati in 123 madri surrogate. Soltanto due sono arrivate a concludere la gravidanza, con un tasso di efficienza dell'1,6%. Di per sè bassissimo.
In più uno dei due cuccioli è morto di polmonite dopo 22 giorni dalla nascita, ma assicurano i ricercatori non presentava alcuna disfunzione anatomica.
Servirà? L'esperimento sudcoreano è importante ma suscita perplessità. Dal punto di vista scientifico è un successo perché è molto difficile e complesso far maturare ovociti canini in laboratorio. Le ovaie dei cani, infatti, rilasciano gli ovuli molto prima degli altri mammiferi.
Dal punto di vista "etico", però, c'è già chi teme lo sviluppo di un'industria degli animali domestici clonati. «Il successo nel creare il primo cane clonato al mondo è fondamentale per l'obiettivo di curare, con la clonazione terapeutica di cellule staminali, malattie come il tumore e il diabete, non solo negli esseri umani, ma anche negli animali» si è subito affrettato a spiegare Hwang. Scenario peraltro ancora molto lontano: secondo uno studio recente il 75% degli embrioni animali clonati muore entro i primi due mesi di gravidanza, il 25% nasce morto o con gravissime deformità.
(Notizia aggiornata al 4 agosto 2005)