Le salpe sono creature marine straordinarie e quasi sconosciute. Ricordano delle piccole meduse, ma sono in realtà tunicati, parenti nostri più di quanto lo siano degli invertebrati. Sono uno dei cibi preferiti delle tartarughe marine, che negli ultimi anni le confondono però con i milioni di sacchetti di plastica che galleggiano nell'oceano, con le conseguenze che potete immaginare.
Perdite milionarie. Ultimamente stanno attirando l'attenzione delle autorità sudcoreane, che si sono ritrovate in queste settimane di fronte a un'inaspettata invasione che, come ha riportato Bloomberg, sta bloccando due delle 24 centrali nucleari del Paese, causando perdite per milioni di dollari.
Non c'è nulla di strano nel fatto che le salpe stiano esplodendo nel mare al largo dei due reattori della Korea Hydro & Nuclear Power Company: succede tutti gli anni, di solito intorno al mese di giugno. Quest'anno, però, a causa delle temperature insolitamente alte, il momento è arrivato già a marzo. Il ciclo vitale delle salpe prevede due fasi, e quella che sta creando problemi ai reattori coreani è la prima, quella asessuata, durante la quale i singoli esemplari si clonano e danno vita a lunghe catene di centinaia di individui geneticamente identici, che sono stati paragonati a candelabri di cristallo che vagano per il mare. E che possono andare a infilarsi negli impianti di raffreddamento delle centrali nucleari, che aspirano acqua dal mare circostante per tenere sotto controllo la temperatura dei reattori.
Come evitarlo? Esistono ovviamente sistemi di protezione per impedire che oltre all'acqua l'impianto tiri su altro materiale organico, ma le salpe non sono mai state abbastanza numerose da creare problemi. È solo negli ultimi anni che si è osservata una crescita del loro numero, che finora però non era stata sufficiente a far scattare l'allarme: ecco perché l'esplosione anticipata di quest'anno ha colto le autorità di sorpresa.
Il risultato è che i due reattori, che hanno ciascuno una capacità di 950 megawatt, sono stati spenti a fine marzo per evitare incidenti, e sono rimasti inattivi per circa una settimana. Poi sono stati riavviati, ma la settimana scorsa, a inizio aprile, il problema si è ripresentato, e i reattori sono stati nuovamente spenti. Reattori spenti significa meno energia prodotta, che deve venire recuperata da altre fonti, per esempio il gas naturale; e secondo l'analisi di Bloomberg, il costo di questo cambio di fonte energetica è esorbitante: 21,8 milioni di dollari per otto giorni di stop.
E ora? Il problema a questo punto diventa anche sul lungo periodo: se è vero che negli ultimi anni ci sono sempre più salpe, significa che episodi di questo tipo si moltiplicheranno, con tutto ciò che comporteranno. Curiosamente (o forse no...), le centrali sudcoreane non sono le uniche che nel 2021 sono state chiuse a causa dell'interferenza di un animale: a gennaio in Francia un branco di pesci ha intasato le pompe di raffreddamento della centrale di Paluel, che ha dovuto staccare tutti e quattro i reattori.