Animali

Anche le scimmie riconoscono i familiari dalla "voce"

Suona il citofono. Chi è? «Io...» E tra i tanti possibili "io", a questo diamo subito un nome e un volto. È una capacità che va ben oltre la familiarità e che ha origini molto lontane:...

Sappiamo sempre "chi" parla. Come le scimmie
Suona il citofono. Chi è? «Io...» E tra i tanti possibili "io", a questo diamo subito un nome e un volto. È una capacità che va ben oltre la familiarità e che ha origini molto lontane: per scoprirle alcuni ricercatori tedeschi stanno ascoltando le scimmie.


Bendate un macaco, e saprà comunque identificare singolarmente i suoi simili ascoltandone i versi: merito di un'area del cervello deputata al riconoscimento vocale, molto simile a quella che si attiva nel nostro encefalo quando sentiamo parlare parenti o amici. La scoperta dei ricercatori tedeschi del Max Planck Institute potrebbe rivelarsi preziosa per capire come il cervello umano si sia evoluto in relazione alla comparsa del linguaggio.

La corteccia
Se riusciamo a individuare una voce in mezzo a tutti i suoni che ci circondano è grazie alla corteccia uditiva, che si attiva soltanto in risposta a voci "umane". Ma non siamo i soli a possedere questo talento: già da qualche tempo si sospettava che le scimmie avessero una simile capacità.

Tra scimmie ci si riconosce
Gli etologi hanno fatto ascoltare a un gruppo di macachi una varietà di suoni (versi di macachi e di altri animali, tuoni, rumori di pioggia...) e hanno usato la risonanza magnetica funzionale (fMRI) per monitorare l'attività cerebrale degli animali. E così hanno identificato una zona del cervello (vicina a quella umana del riconoscimento vocale) che si "accendeva" ogni volta che le scimmie sentivano i versi emessi dai loro simili, rimanendo insensibile agli altri suoni. Non solo: l'attività di questa area sembra suggerire la capacità di "distinguere" le voci delle singole scimmie.

Alle origini del linguaggio
È qualcosa di primitivo, ma molto simile a quanto accade nel nostro cervello, ritengono i ricercatori. Che pensano che quest'area potrebbe aver rappresentato, nel corso dell'evoluzione dai primati all'uomo, un primo passo per lo sviluppo dei più complessi meccanismi neuronali alla base del linguaggio. L'area di riconoscimento vocale si sarebbe poi spostata da dove si trova ora nelle scimmie alla sua collocazione attuale nel cervello umano, da dove interagisce con le altre zone responsabili della comunicazione verbale.

(Notizia aggiornata al 25 febbraio 2008)

25 febbraio 2008
Tag ambiente - animali - pet
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