Un pene ricostruito in laboratorio e impiantato su un coniglio potrebbe aprire la strada al trattamento di gravi disfunzioni erettili anche nell'uomo.
Una nuova tecnica per restituire ai conigli, e in futuro agli uomini, la virilità perduta. Nella foto il coniglio più grande del mondo: un fotomontaggio? |
Un team di ricercatori del Wake Forest Institute for Regenerative Medicin di Winston Salem, negli Stati Uniti, ha recentemente messo a punto un pene artificiale in grado di restituire la fertilità ai conigli con un apparato genitale danneggiato. I risultati raggiunti da Anthony Atala e dalla sua equipe sono assai importanti, e non solo per la felicità sessuale dei conigli: secondo gli urologi potrebbero infatti rappresentare la soluzione definitiva per tutti gli uomini affetti da gravi problemi di erezione.
Sembra finto…ma non lo è. L'organo è stato realizzato con una tecnica particolare che ha consentito ai ricercatori di utilizzare cellule proprie dell'animale per ricostruire i tessuti spugnosi tipici del pene.
Atala e i suoi collaboratori hanno prelevato dall'organo genitale del coniglio dei campioni di muscolo liscio e vasi sanguigni e hanno poi impiantato il tutto su una matrice di collagene che ha permesso ai tessuti di rigenerarsi.
Le cellule cresciute sulla matrice si sono sviluppate nei due corpi spugnosi che assieme all'uretra formano la parte più consistente dell'organo genitale. I nuovi tessuti sono poi stati re-impiantati nell'animale al posto di quelli danneggiati. Nel giro di un mese la bestiola ha riconquistato tutte le sue qualità di amante infaticabile e di grande riproduttore, e tutta la sua prole è nata perfettamente sana.
Silicone addio. La tecnica sviluppata dei ricercatori americani consente di ricostruire l'organo genitale utilizzando gli stessi tessuti del paziente, evitando così ogni problema di rigetto. Le metodiche terapeutiche utilizzate fino ad oggi per curare i problemi di erezione, che nei casi più gravi prevedono l'impianto di protesi al silicone, non sono ugualmente efficaci, perché comunque non restituiscono all'organo una piena funzionalità.
La stessa tecnica potrebbe venire in aiuto di coloro che sono affetti da malformazioni del pene o che hanno subito amputazioni in seguito a un cancro.
Atala e suoi colleghi non sono comunque nuovi a questo genere di successi: nell'aprile del 2006 hanno infatti impiantato con in un essere umano la prima vescica artificiale realizzata con tecniche di bioingegneria.