Non è una chimera e non è estinta (come si pensava) l'ape gigante di Wallace (Megachile pluto), l'insetto che prende il nome dall'esploratore britannico Alfred Russel Wallace, che la descrisse nel 1858: nonostante le dimensioni impressionanti, con le femmine che raggiungono i 4 centimetri con un'apertura alare di 6 cm, quest'ape indonesiana è una vera rarità, sempre molto elusiva. Solo sporadicamente, dopo la scoperta, sono giunte notizie di avvistamenti - peraltro mai confermati.
Finché, nel 1981, l'entomologo americano Adam Messer non ne confermò l'esistenza in vita su tre delle isole delle Molucche (Indonesia). Dopo di ciò, però, nessun altro avvistamento ufficiale fino al 2018, quando un esemplare morto da poco e in buono stato di conservazione fu battuto all'asta su eBay alla considerevole cifra di 9.100 dollari. Quell'ape doveva pur essere vissuta da qualche parte!
Così, a gennaio, un team di ricercatori finanziato dal Global Wildlife Conservation, sulle tracce di Wallace (anche) alla ricerca dell'ape gigante e ha infine trovato una femmina viva sull'Isola delle Molucche del Nord.
Il nido con le termiti. Clay Bolt, fotografo naturalista al seguito della spedizione, racconta così la riscoperta: «È stata un'emozione incredibile trovarci quasi all'improvviso davanti a questo bulldog volante che pensavamo estinto, vederlo volare proprio sopra le nostre teste». La spedizione ha potuto documentare anche che la femmina aveva costruito il nido proprio in prossimità di un nido di termiti, isolandolo da quest'ultimo (per evitare intrusioni) con la resina raccolta dagli alberi con le sue gigantesche mascelle.
L'ape gigante è dunque sopravvissuta a un'estinzione ormai data per certa, in un habitat molto limitato ma, evidentemente, adeguato al mantenimento della specie: si tratta adesso di studiarla, oltre che di cercare di mantenerla in vita.