L’immagine è impressionante: migliaia e migliaia di trichechi (Odobenus rosmarus) ammassati uno sopra l’altro lungo le spiagge dell’Alaska nordoccidentale. Lo scatto, realizzato dal fotografo Gary Braasch, sta rapidamente facendo il giro del mondo ed è già diventato uno dei simboli del riscaldamento globale.
Già, perché secondo gli esperti dello US Geological Survey questo spiaggiamento di massa sarebbe riconducibile al surriscaldamento del pianeta e al conseguente scioglimento dei ghiacci.
Fatti più in là. I trichechi sono soliti riposarsi sulla banchisa e sui blocchi di ghiaccio galleggianti. Questo comportamento è dunque piuttosto insolito: così ammassati sulla terraferma rischiano di calpestarsi a vicenda e troppo vicino alla costa non trovano cibo a sufficienza.
Ma ormai da otto anni le coste dell’Alaska sono sempre più prese d’assalto da questi grandi mammiferi: lo scorso anno erano più di 35.000 e una quindicina di giorni fa ne sono stati contati almeno 5-6.000 sulla spiaggia di Point Lay, un piccolo villaggio sulla costa pacifica del paese.
I trichechi non hanno una vita particolarmente eccitante: si svegliano, cercano qualcosa da mangiare e poi si sdraiano sul ghiaccio per accoppiarsi e socializzare. Riescono a nuotare per poco tempo e per questo preferiscono le acque basse e tranquille. L’aumento delle temperature sta confinando i ghiacci sempre più a nord, dove le acque dell’oceano sono più profonde, e per questo motivo i trichechi ripiegano sulle spiagge più meridionali.
L'uomo, che stress. Un assembramento di queste proporzioni e così vicino agli insediamenti umani espone però gli animali a forti stress: sono infatti costantemente disturbati dalle imbarcazioni, dagli aerei e dagli elicotteri ma anche da turisti, fotografi e semplici curiosi. E quando sono spaventati possono avere reazioni piuttosto violente: per questo motivo le autorità locali hanno chiesto alla popolazione di stare lontano dalle spiagge.
«La stagione senza ghiacci sempre più lunga ha intensificato le attività umane: trasporti navali, pesca, trivellazioni e turismo. I trichechi e i loro piccoli devono ora competere con la presenza umana» si legge nel rapporto del US Geological Survey.
Ed entro il 2017 il tricheco potrebbe essere inserito nell’elenco delle specie a rischio di estinzione.