A quasi vent'anni dalla loro scoperta, avvenuta nel 2002, i ricercatori hanno identificato la specie di appartenenza dei resti fossili di due esemplari di canguro, un maschio e una femmina, vissuti in Australia durante il Pleistocene (periodo che va da 2,6 milioni a 12.000 anni fa). Sono due Congruus kitcheneri, marsupiali appartenenti alla famiglia dei macropodidi, che avevano sviluppato caratteristiche fisiche adatte a vivere sia sugli alberi, sia al suolo: un adattamento singolare per dei marsupiali pesanti, che dovevano probabilmente muoversi molto lentamente tra un ramo e l'altro. I dettagli della scoperta sono stati pubblicati su Royal Society Open Science.
Poco agili. I C. kitcheneri, estinti 40.000 anni fa, erano caratterizzati da zampe prensili e lunghi artigli arcuati con i quali riuscivano ad arrampicarsi sulle piante. A differenza dei loro parenti moderni, i canguri arboricoli (che vivono sugli alberi), i C. kitcheneri erano pesanti e poco agili, e avevano arti con muscoli ben sviluppati, adatti a sostenere un corpo massiccio e lungo. Questi animali pesavano infatti circa 50 kg, molto più dei moderni canguri arboricoli, e avevano un lungo collo «con il quale muovevano la testa tra gli alberi alla ricerca di foglie», spiega Natalie Warburton, autrice dello studio. Il C. kitcheneri era dunque una specie semiarboricola, che divideva cioè la sua vita tra alberi e suolo.
Questa specie venne descritta per la prima volta nel 1989, nell'ambito dello studio di alcuni resti fossili: un cranio e dei denti ritrovati in una grotta dell'Australia sudoccidentale. Data la scarsità dei reperti, però, i ricercatori li avevano erroneamente classificati come Wallabia Kitcheneri. Grazie alle nuove analisi effettuate sui due scheletri rinvenuti nel 2002, i ricercatori hanno potuto constatare che i due esemplari avevano caratteristiche diverse dai Wallabia, e hanno perciò ribattezzato la specie Congruus kitcheneri.