È piccolo e gracile, ma vanta un apparato riproduttivo che farebbe schiattare di invidia qualunque altra specie vivente. Analizzando i suoi testicoli, i ricercatori hanno scoperto qualcosa che rivoluziona alcune precedenti teorie sull'accoppiamento. (Elisabetta Intini, 24 novembre 2010)
Chiamarlo "superdotato" è quasi riduttivo. Il grillastro affine (Platycleis affinis), un particolare tipo di grillo diffuso nella nostra penisola, è appena entrato nell'albo d'oro dei record animali per un primato molto particolare: i suoi testicoli raggiungono un peso pari al 14% della sua stazza totale (tanto per intendersi, sarebbe come se quelli di un uomo adulto pesassero 5 chili ciascuno). L'insetto si è quindi meritatamente conquistato il titolo di animale con le ghiandole genitali maschili più ingombranti - in relazione alle sue dimensioni - strappando la qualifica alla Drosophila bifurca, una mosca della frutta il cui rapporto testicoli-peso corporeo raggiunge "appena" il 10,6%.
Tanta scena, poca… "resa". Un'equipe di ricercatori dell'Università di Derby (Gran Bretagna) ha misurato le dimensioni dell'apparato riproduttivo di 21 specie di grilli, notando che la proporzione dei testicoli variava considerevolmente da specie a specie. Alle dimensioni record del Platycleis affinis tuttavia non corrisponde, come ci si potrebbe aspettare, una sovrapproduzione di liquido seminale. Gli esemplari con i testicoli più grossi infatti, producono una minore quantità di sperma, il che, hanno spiegato gli scienziati alla Bbc, lascia propendere per l'ipotesi che la grandezza dei testicoli «sia dovuta all'alto numero di partner diverse da fertilizzare, piuttosto che al tentativo di avere maggiore successo riproduttivo con una partner sola».
Regole sovvertite. La ricerca, quindi, sembrerebbe dimostrare che le dimensioni dei testicoli sono direttamente proporzionali alla promiscuità sessuale del loro "proprietario": maggiori sono gli attributi, più alto il numero di compagne con il quale potrà accoppiarsi (e più alta, pertanto, anche la possibilità di garantirsi una discendenza). Almeno per i grilli, tuttavia, non sembra valere la regola che testicoli più grandi producono anche una maggiore quantità di sperma, suffragata in precedenza da molti esperimenti sui vertebrati (tra questi, anche varie specie di primati). «Un'importante lezione da trarre è che non dobbiamo aspettarci che le stesse regole valgano allo stesso modo per tutte le specie animali, ma ci può essere un'alternativa», ha detto Karim Vahed, a capo dello studio.
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