Il 12 agosto si celebra la dodicesima edizione della Giornata mondiale dell'elefante, lanciata nel 2012 per porre attenzione sulla condizione degli elefanti africani e asiatici, spesso vittime di bracconaggio, perdita dell'habitat e maltrattamenti in cattività. Ecco qualche dato e qualche curiosità su questi pachidermi in via d'estinzione.
Ci vuole orecchio. Esistono tre specie riconosciute di elefante: quello africano di savana (Loxodonta africana), quello africano di foresta (Loxodonta cyclotis) e quello asiatico (Elephas maximus). È facile distinguerli dalle orecchie: quelle dell'elefante africano sono molto più grandi e hanno la forma dell'Africa, mentre quelle del cugino asiatico sono più piccole e hanno la forma dell'India. Anche la proboscide è diversa: quella degli africani ha l'estremità divisa in due "dita", che facilitano la presa; quella degli asiatici ha invece un unico "dito".
Un certo peso. Il Loxodonta Africana è l'animale terrestre più grande al mondo: i maschi adulti raggiungono i tre metri di altezza e i 6.000 kg di peso, mentre un neonato pesa già 120 kg e viene partorito dopo 22 mesi di gestazione.
La lunga vita (e la triste morte) di un elefante. Gli elefanti africani sono molto longevi: vivono normalmente fino ai 60-70 anni, ma alcuni maschi possono raggiungere i 90 anni. Spesso muoiono di fame, perché i denti sono consumati e non riescono più a mangiare.
Come (e quanto) mangiano? Gli elefanti possono arrivare a mangiare per 16 ore al giorno, consumando mediamente tra i 110 e i 135 kg di cibo quotidianamente. La metà di ciò che mangiano non viene digerito e vanno di corpo 12-15 volte al giorno, liberandosi di più di 100 kg di cibo.
Non sono ecologici. Un'automobile potrebbe percorrere oltre 30 km utilizzando il metano prodotto da un elefante in un giorno solo. Oltre a ciò, consumano circa 100-200 litri di acqua al giorno – insomma, non sono proprio dei mammiferi green!
Le femmine comandano. I branchi di elefanti sono guidati da femmine anziane (le matriarche), che rimangono fedeli al gruppo per tutta la vita. I maschi, invece, fanno parte del branco solo fino ai 12-13 anni: poi entrano a far parte di un altro gruppo di soli maschi chiamato "branco di scapoli", oppure vivono da soli.
E la proboscide? La proboscide ha circa 150.000 muscoli, ed è probabilmente l'organo più sensibile di qualunque mammifero: i pachidermi la usano per aspirare l'acqua che poi bevono (contiene fino a 8 litri) e come "boccaglio" per respirare mentre nuotano.
Una pelle dura. La pelle di un elefante è spessa circa 2,5 cm quasi dappertutto: le pieghe e le rughe trattengono fino a 10 volte più acqua rispetto a una pelle liscia, riuscendo a raffreddare l'animale. Gli elefanti si proteggono dal sole facendo regolari bagni di fango e polvere.
Perché si dice memoria di elefante? Avere una memoria di elefante non è solo un modo di dire: il lobo temporale dei pachidermi (la regione del cervello associata ai ricordi) è più grande e densa di quella delle persone, e per questo hanno un'eccellente memoria a lungo termine.