Animali

10 cose che (forse) non sai sui polpi

Hanno tre cuori e sangue blu, si travestono da alghe o noci di cocco e sono incredibilmente scaltri (anche se Aristotele li credeva stupidi). Dieci curiosità da raccontare agli amici su questi sfuggenti animali marini.

Sono tra le più timide e misteriose creature marine, ma anche tra le più affascinanti: i polpi e i loro tentacoli hanno ispirato leggende, fiabe, mostri mitologici e cartoni animati.

Vi sarà forse capitato di osservarli da vicino in un acquario o durante un'immersione la scorsa estate. Ma siete sicuri di conoscerli bene? Ecco 10 caratteristiche di questi cefalopodi che potrebbero lasciarvi di stucco.

Un invertebrato con i superpoteri
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1- Sono creature incredibilmente primitive. Il più antico fossile di polpo conosciuto, un esemplare del genere Pohlsepia conservato al Field Museum di Chicago, ha 296 milioni di anni. Visse e nuotò nel periodo Carbonifero e, mentre sulla Terra si diffondevano i primi rettili precedenti ai dinosauri, questa creatura acquatica aveva già sviluppato una forma simile a quella che vediamo ancora oggi.

2- Hanno tre cuori. Due pompano sangue venoso nelle branchie e uno è responsabile della circolazione nel resto degli organi. Quando i polpi nuotano, quest'ultimo cuore smette di battere: ecco perché il mollusco tentacolato preferisce strisciare sul fondale anziché nuotare, un'attività che lo lascia stremato.

3- Hanno sangue blu. Il sangue dei polpi contiene enocianina, una proteina in cui è presente il rame, capace di trasportare l'ossigeno in tutto il corpo: a contatto con l'aria, il fluido diviene quindi blu e non rosso (come accade al nostro sangue, ricco di ferro).

4- Aristotele li credeva stupidi. Nella Storia degli Animali, scritta nel 350 a.C. il filosofo greco descriveva il polpo come un "animale sciocco, che si avvicina alla mano dell'uomo quando questa è calata nell'acqua", pur riconoscendogli abitudini alimentari "frugali e ordinate": "dopo aver mangiato tutto quello che c'è da mangiare, scarta i gusci dei granchi e delle conchiglie, e le lische dei piccoli pesci". Oggi sappiamo che questi cefalopodi oltre ad essere particolarmente ordinati sono anche molto intelligenti: sono in grado di orientarsi in un labirinto, risolvere piccoli compiti (come aprire contenitori col tappo), utilizzare utensili di fortuna per nascondersi dai predatori.

5- I loro tentacoli hanno "menti" autonome. Due terzi dei neuroni dei polpi risiedono nei loro tentacoli e non nella testa. Può quindi capitare che un tentacolo risolva un piccolo compito come aprire il guscio di una conchiglia mentre il suo proprietario è impegnato in altre faccende, come per esempio l'esplorazione di un anfratto nel reef. I tentacoli possono continuare a reagire agli stimoli anche quando sono separati dal resto del corpo (il polpo li può anche perdere volontariamente se sono finiti nelle grinfie di un predatore, pur di riuscire a scappare).

6- Sono incredibilmente scaltri nel camuffamento. A differenza di altri animali marini dotati di abilità mimetica, i polpi non provano ad assumere i colori dell'intero habitat che li circonda (sabbia, alghe, coralli) ma scelgono un oggetto preciso (per esempio una conchiglia) e si mettono in posa per assomigliargli. Anche la consistenza della loro pelle può variare a scopi mimetici: per esempio un polpo che voglia assomigliare a un'alga può usare i muscoli per sollevare tante piccole papille dalla pelle e mimare le sembianze delle increspature di un vegetale marino.

7- L'inchiostro emesso dai polpi non ha il solo scopo di oscurarlo (permettendone la fuga); è anche in grado di danneggiare fisicamente il nemico. Contiene un enzima chiamato tirosinasi che, spruzzato negli occhi dell'aggressore, provoca irritazione e difficoltà visive. Secondo i biologi marini la sostanza riuscirebbe anche a inibire olfatto e gusto dei predatori, rendendo più difficile l'individuazione del polpo.

8- Alcuni polpi si travestono da noci di cocco. Diversi cefalopodi nelle acque indonesiane sono stati filmati mentre trasportavano faticosamente sulla sabbia le due metà dell'involucro del frutto, per poi assemblarle nella forma originale, l'una sopra l'altra, e nascondercisi dentro, sfruttando l'abilità di infilarsi nei pertugi.

9- Dopo l'accoppiamento, la festa è finita. Entrambi i partner muoiono, anche se con tempi diversi. Dopo aver fertilizzato le uova della femmina, i maschi vagano qua e là per qualche mese finché non periscono. Le femmine invece, aspettano che le 100-400 mila uova deposte si schiudano, smettendo anche di mangiare pur di fare la guardia al prezioso carico. Dopo la schiusa, le cellule del corpo della madre vanno incontro a un suicidio programmato, che inizia dalle ghiandole ottiche fino a coinvolgere, mano a mano, tessuti e organi interni.

10- La maggior parte del polpo che consumiamo viene dall'Africa settentrionale e occidentale. Secondo l'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura ogni anno vengono importante, globalmente, 270 mila tonnellate di polpo. A causa dell'elevata popolarità le riserve di polpo si stanno assottigliando: in Giappone, per esempio, i polpi pescati si sono dimezzati tra il 1960 e il 1980. Un analogo depauperamento delle riserve ittiche sta avvenendo anche nelle acque africane e la pesca di polpo si è progressivamente spostata dal Marocco alla Mauritania, al Senegal.

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8 novembre 2013 Elisabetta Intini
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