«Abbiamo tre settori di business (computer, telefonia e musica) e un hobby: la nostra Apple Tv». Così diceva Steve Jobs al giornalista tecnologico Walt Mossberg nel 2010. Ma probabilmente pensava a molto più che un divertimento per la sua azienda.
Da una mail riservatissima datata appunto 2010, Jobs pare avesse grandi progetti per la scatoletta nera di Cupertino: farne una console di gioco sofisticata e potente, dotata perfino di una “bacchetta magica” al posto di un normale telecomando.
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Questo è quanto si legge nel testo della mail, resa pubblica perché usata in uno dei tanti processi che contrappongono Apple a Samsung per questioni di proprietà intellettuale.
Ma in cosa consisteva questa bacchetta magica immaginata da Jobs? Difficile dirlo.
La Apple Tv è un dispositivo che si collega alla tv di casa e a Internet e permette di ascoltare musica, noleggiare film, guardare video di YouTube, accedere alle proprie foto o trasformare lo schermo del salotto in quello del proprio Mac: si usa con un telecomando molto semplice (o con una app gratuita per iPhone/iPad) che può essere usato anche per controllare i Mac. Nulla a che vedere con il WiiMote di Nintendo o il Move della Sony Playstation.
La cosa più probabile è che Jobs pensasse a una seconda generazione del telecomando, magari con un sensore giroscopico integrato: in questo modo, alcuni gesti del polso (dagli scuotimenti ai colpetti come per sfogliare una pagina) si potrebbero riprodurre in effetti sulla tv, per il controllo dell’app usata o il cambio della canzone in ascolto.
Si tratta, però, di semplici congetture.
Di concreto, nella mail apparsa al processo, ci sono altre considerazioni: Jobs si chiede “dove possiamo andare da qui?”, puntando il dito sulla potenza della “macchina” Apple Tv, paragonabile a quella di una console di gioco. Il paragone con la Playstation o la Xbox è immediato: da console di gioco si sono trasformate pian piano in centri multimediali e vere e proprie Smart Tv per guardare film, fare acquisti online, ascoltare musica. Passi che, finora, l’azienda della Mela non ha ancora fatto fare in modo completo al suo “hobby da salotto”.