Domani alle 16 e 30 all'esterno del Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca a Roma si terrà una singolare forma di protesta. Una dozzina di robot armati di cartelli e slogan sfileranno per chiedere più attenzione alle materie tecniche scientifiche nella scuola.
I 12 robottini sono stati programmati con Arduino dai progettisti e dai designer dell'Istituto Quasar di Roma e procederanno in fila indiana, pronti a muoversi tutti assieme a un segnale convenuto. Alcuni di loro faranno anche sentire la propria voce, come in ogni corteo che si rispetti.
Perché scendono in piazza?
Secondo i robot (e secondo i loro creatori) nei programmi delle scuole medie e superiori non è presente alcuna materia utile a istruire fin da giovani ingegneri e tecnici del futuro. O più semplicemente a creare competenze tecnologiche e familiarità con la tecnologia. E con la robotica, naturalmente.
Chi sono i protestanti
I robottini sono alti 38 centimetri e a una prima occhiata ricordano i robot dei film degli anni 50. Il corpo è stato costruito piegando a mano una lamiera di alluminio, mentre per la testa è stata usata una scodella d'acciaio. Al posto del cuore hanno una scheda con circuiti Arduino, la piattaforma hardware italiana che consente di programmare con facilità e realizzare oggetti elettronici.
La protesta dei robot è stata organizzata con la collaborazione di un'agenzia di guerrilla marketing (guerrillamarketing.it) e oltre a chiedere più attenzione alle materie scientifiche nella scuola dell'obbligo, vuole anche dimostrare che si può reagire alla crisi in modo creativo. Dal canto loro i robottini, instancabili, dopo il picchetto al ministero hanno in programma di partecipare ad altre due manifestazioni. Ma non è detto che gli slogan saranno li stessi.