venerdì 1 agosto 2008

Serena e Bruce

Riceviamo e pubblichiamo con piacere questa lettera di Serena, una lettrice del nostro blog che grazie alla doma naturale sta risolvendo i problemi comportamentali del suo quarter. Un consiglio? Tenetevi alla larga da chi usa la violenza sui cavalli



"Ciao sono Serena, ho 18 anni e ho iniziato ad andare a cavallo all’età di 3 anni! La mia passione per i cavalli è nata da una gita d’asilo in cui ci hanno portati in un maneggio. Da quel giorno queste nobili creature sono diventate una costante nei miei pensieri e nella mia vita.
I miei genitori, dopo quell’avventura, hanno iniziato a portarmi nei week-end in qualche maneggio per farmi fare dei piccoli giri, convinti che quelle mie richieste “dell’andare dai cavalli” sarebbero state solo un capriccio passeggero.
Col passare del tempo e degli anni, però, anziché spegnersi quella passione che avevo dentro, si accendeva sempre di più, così iniziai presto a prendere delle lezioni.
Passato ancora qualche anno, cominciai a desiderare un cavallo tutto mio e i miei genitori mi presero in mezza fida una cavallina che adoravo: era un incrocio tra un arabo e un avelignese e con lei mi sono divertita molto proprio per la sua vivacità ed intelligenza.
Dopo di lei ho avuto in fida un’altra cavallina: una quarter di 3 anni che mi ha dato parecchio filo da torcere. Credo che se non fosse stato per lei oggi non saprei andare a cavallo come invece faccio. E’ stata un’ottima insegnante, ma purtroppo io ero piccola e facevo fatica a gestirla e dopo un brutto episodio, che non ho vissuto io con lei ma la mia istruttrice, ho capito che non sarebbe stata la cavalla per me.
Dopo qualche mese ho conosciuto Bruce, uno splendido stalloncino quarter di 3 anni, di cui mi sono subito innamorata.
Era arrivato in maneggio da circa 2 settimane ed era magro come un chiodo, nel box aveva un atteggiamento molto aggressivo (non lasciava entrare nessuno neanche per portargli da mangiare!) e fuori era piuttosto spaventato, ma nonostante questo in campo,da solo, era uno spettacolo! Era stato addestrato per le competizioni di rening ed era stato molto maltrattato.
Così me lo fecero provare e da quel giorno capii che sarebbe stato mio. I miei genitori infatti me lo regalarono per la promozione della quinta elementare augurandomi giorni felici in sua compagnia.
Lo castrammo subito, poiché io non avevo abbastanza esperienza per possedere uno stallone e appena fu guarito iniziai a montarlo.
Lui non era mai stato con altri cavalli in maneggio e appena gli si avvicinavano li calciava o si mostrava aggressivo nei loro confronti, procurando a volte anche piccoli incidenti ai cavalli e ai cavalieri, così la mia istruttrice disse che si doveva fare qualcosa e aggiunse che ci avrebbe pensato lei. Non mi diede il permesso di andare da Bruce per una settimana e quando finalmente tornai da lui e aprii la porta del box notai con sorpresa e angoscia che si buttava impaurito in un angolo del box, tremante di paura...
Purtroppo quella non fu l’unica occasione in cui lo maltrattò e io non ne venni a conoscenza in quanto lo faceva di nascosto…
Un pomeriggio, durante una specie di centro estivo organizzato lì al maneggio, la mia istruttrice ci fece vedere un video con dei cavalli e degli studenti Parelli che giocavano insieme. Erano fantastici! Rimasi così colpita che iniziai a procurarmi più informazioni possibili su questo strano metodo e quando lessi su un giornale un articolo che annunciava un corso telefonai subito e per la prima volta mi misi in contatto con Franco Giani!
Dopo qualche settimana partecipai al mio primo corso che durò quattro giorni e alla fine di questi capii che qualcosa nella mia vita stava cambiando!
La mia istruttrice fece di tutto per non farmi partecipare, ma dopo ciò che avevo visto in quel video niente e nessuno mi avrebbe fermata!
Da lì cominciò il mio cammino verso una nuova strada che, presto, mi resi conto sarebbe stata piena di ostacoli e dure prove da superare in quanto ero l’unica in maneggio a praticare il PNH e posso lasciarvi immaginare la mia situazione: una ragazzina di 11 anni, con un cavallo difficile, circondata da un mondo di falsità, polemiche e disgusto nei suoi confronti da parte di tutti i cavalieri di un maneggio di una cinquantina di cavalli…Per fortuna però a questa ragazzina non mancava la passione e le ambizioni crescevano e si rafforzavano sempre di più ad ogni nuova soddisfazione.
Cominciai a montare di nascosto e ad isolarmi, andavo al maneggio nelle ore in cui non c’era nessuno e facevo grosse rinunce e sacrifici pur di proseguire la mia strada, purtroppo però molte cose mi erano vietate e non sono mai riuscita a seguire il metodo nel modo più corretto.
Ogni nuovo problema e sfida che saltava fuori con Bruce dovevo riuscire a risolverlo da sola e non potevo chiedere consiglio a nessuno in maneggio se non volevo essere derisa e se non volevo che Bruce venisse maneggiato.
Presto, quando iniziai a vedere dei buoni risultati, mi accorsi che non ero l’unica a vederli e iniziarono i dispetti, anche molto pesanti, da parte di tutti gli altri!
Bruce iniziò a diventare molto nervoso e difficile da gestire e per questo rischiammo più di una volta di farci male.
Nel box veniva picchiato, non gli veniva dato da mangiare. Tutto questolo venni a sapere dopo, anche se mi accorsi che c’era qualcosa che non andava: nel box ero l’unica che poteva entrare se c’era lui dentro… Mordeva, calciava, era ipersensibile e molto nervoso...
Così un bel giorno lo caricai su un trailer e lo portai in un nuovo centro ippico, un piccolo paradiso in cui si trova tuttora.
Da quando scese dalla rampa del trailer per lui tutto cambiò.
Oggi finalmente possiamo giocare insieme con l’unica regola che non ci sono regole! Lui è cambiato tantissimo. Ora è il cavallo che ho sempre sognato! Mi dispiace molto di non aver fatto queste scelte prima ma Bruce ha un cuore grande e riesce a perdonarmi tutto anche se tante volte non merito il suo perdono.
Siamo cresciuti insieme, ora ce l’ho da circa 8 anni ed è diventato una parte di me.E’ un ottimo maestro e io cerco di fare il possibile per essere una buona allieva.
Oggi lo monto tranquillamente in capezza, in collare, a pelo senza niente e faccio cose che ho sempre sognato di fare e che non avrei mai immaginato.
Purtroppo ha ancora qualche atteggiamento che non mi piace molto… Però non pretendo più di tanto perché dopo tutto quello che ha passato chiunque farebbe così, se non peggio…
Il PNH ci ha veramente cambiato la vita.


Serena


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1 Commenti:

Blogger giuseppe ha detto...

Gentile Serena,
la Sua testimonianza che ho letto, risale a qualche tempo fa, così non so se avrà modo di leggere queste mie riflessioni, ma conto sul fatto che altri ne possano prendere visione. Ho avuto sempre paura dei cavalli, derivata anche da dicerie ed insegnamenti ricevuti tendenti a farmi diffidare di questi animali. La loro mole inoltre e la loro suscettibilità hanno alimentato queste mie paure fino a qualche anno fa, quando mi sono deciso a fare il grande passo. Cercavo una puledrina femmina da crescere così da procedere insieme in un percorso che per me era completamente off-limits.
Dopo una ricerca negli allevamenti e nelle scuderie, una notte, mi hanno accompagnato da una persona che mi ha chiesto di seguirlo per vedere un puledro. Anglo-Arabo, baio, 2 anni, intero. Gli ho chiesto di tenermelo fino alla mattina successiva, sono andato ed è stato un colpo di fulmine. Comprato e portato a casa mia, dove ho preparato la stalla ed uno spazioso recinto. Arrivato qui ha preso a correre come un forsennato per sfogare quanto non ebbe a fare per due anni. Da qui inizia il nostro rapporto di avvicinamento, fatto di alti e bassi. È stata necessaria la fermezza la costanza e tanto, tanto amore. Un altro ingrediente ha condito il nostro rapporto, le mele.
Abbiamo camminato insieme fino al rientro in scuderia per la preparazione alla monta ed alla prima ferratura. Qui avrei avuto le stesse problematiche che ha incontrato Lei, ma per fortuna la mia età e la mia esperienza nell’impormi con gli uomini, mi hanno aiutato a far comprendere come intendevo che ci si comportasse con i mio Kal-el. I risultati non hanno tardato a venire. Oggi sono innamorato di lui e ritengo che lui lo sia di me, ogni giorno ci scopriamo, proponendo qualcosa di noi e imparando a vivere questo rapporto sublime che si instaura tra due universi così diversi ma straordinariamente coincidenti ed affini. Oggi è un cavallo equilibrato, anche se giovane ed inesperto, con qualche paura (tipica dei cavalli, ma soprattutto alimentata dalla mancanza di esperienze) e qualche atteggiamento di esuberanza, ma niente di più. Manca solo che io mi sblocchi e lo monti. L’ho fatto con altri cavalli, ma con lui incontro un blocco ed una paura che non so. Non so come vincere e vivere questo mio HANDICAP, ma spero che come è accaduto inspiegabilmente tutto il resto accada anche questo. Vorrei tanto un aiuto in questo senso.
Il mondo dell’equitazione, come qualsiasi mondo, è farcito da personaggi d’ogni tipo. Amanti dei cavalli e presunti tali, persone che amano sopraffare con la violenza un animale che vede schiacciata sotto i piedi quella fierezza che il Signore ha voluto conferirgli, senza che questi ne sappia fare un uso fuori dai canoni. Esistono sicuramente delle realtà che rappresentano in modo davvero disgustoso questo mondo, altre che si fondano su basi fatte di amore, rispetto, passione sentimenti profondi che non trovi descritti nei dizionari perché appartengono ad rapporto d’amore veramente particolare. Chiudo dicendo che non esiste malattia benigna più difficilmente curabile di questa ed io fortunatamente anche se solo a 39 anni ne sono ormai completamente contagiato.
Giuseppe 69

3 maggio 2009 23.11  

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