La sonda della NASA Mars Atmosphere and Volatile Evolution (MAVEN), i cui principali obiettivi sono quelli di caratterizzare l’attuale e il passato ambiente marziano, i cicli climatici, la geologia e il potenziale biologico di Marte, ha recentemente osservato due fenomeni inaspettati nell'atmosfera del pianeta rosso: una nube di polvere ad una quota inspiegabilmente elevata e un’aurora che arriva dai bassi strati dell'atmosfera marziana.
Due fenomeni inattesi. La presenza della polvere ad altezze comprese tra 150 e 300 km al di sopra della superficie dei Marte non era stata prevista. Anche se l'origine e la composizione della polvere non sono noti, non vi è alcun pericolo per MAVEN e per gli altri veicoli spaziali in orbita attorno al pianeta. La nube è stata rilevata da uno degli strumenti di MAVEN, la Langmuir Probe e Waves (LPW), e non è ancora chiara quale sia la sua origine e se rappresenti un fenomeno temporaneo o di lunga durata. La sua densità aumenta con il diminuire della quota.
Da dove arriva la polvere? Le ipotesi che sono state suggerite sono diverse: potrebbe essere polvere proveniente dalla superficie e diffusa nell’atmosfera oppure arrivare dalle due piccole lune Phobos e Deimos, ma anche trattarsi di polveri trasportate attraverso lo spazio interplanetario dal vento solare o rilasciate da qualche cometa. Riguardo a quest’ultima ipotesi, è bene ricordare che lo scorso 19 ottobre la cometa Siding Spring transitò dalla superficie di Marte ad una distanza di poco superiore a 100.000 km.
Un'aurora particolare. Ma un altro strumento di MAVEN, il MAVEN Imaging Spectrograph Ultraviolet (IUVS) ha osservato quelle che i responsabili della missione hanno denominato le “luci di Natale". Per cinque giorni prima del 25 dicembre scorso, IUVS ha rilevato un tenue bagliore nella banda ultravioletta, che si estendeva nell'emisfero settentrionale di Marte, fra i 30° e i 60° di latitudine, del tutto assimilabile ad un’aurora terrestre. Le aurore, su pianeti come la Terra, Giove e Saturno, sono causate da particelle energetiche elettricamente cariche continuamente emesse dal Sole, le quali vengono accelerate lungo le linee di forza del campo magnetico planetario e, interagendo con i gas atmosferici, li eccitano causando l’emissione luminosa osservata.
Ciò che ha sorpreso nel caso di Marte è il fatto che il pianeta non è dotato di un campo magnetico generale che possa accelerare le particelle del vento solare e la profondità in cui l’aurora si è manifestata – ad una quota molto più bassa rispetto alle aurore terrestri, ad indicare che gli elettroni all’origine del fenomeno, per poter interagire con gli strati bassi dell’atmosfera, dovevano essere particolarmente energetici.
Ma la spiegazione del fenomeno è stata fornita da un altro strumento a bordo di MAVEN il quale, in coincidenza con l'aurora marziana, ha rilevato un enorme aumento nel flusso del vento solare e dell’energia delle particelle che lo compongono.
La sonda MAVEN, che fa parte del programma di esplorazione di Marte della NASA, il quale comprende gli orbiter Mars Odyssey e Mars Reconnaissance Orbiter (MRO) e i rover Opportunity e Curiosity, è stata lanciata il 18 novembre 2013 ed è entrata in orbita marziana verso la fine dello scorso settembre. Il termine della sua missione primaria è previsto per la fine di quest’anno. Finora, tutti gli strumenti scientifici di MAVEN hanno funzionato perfettamente e i dati provenienti dalla missione sono eccellenti.