Spazio

Un planetario ricrea i cieli di Saffo

Un moderno software è stato usato per ricostruire l'aspetto dei cieli sopra all'antica Lesbo, e datare un poema di 2600 anni fa.

Un software del planetario di Arlington (università del Texas) è stato utilizzato per un compito tanto affascinante quanto inusuale: ricostruire le circostanze temporali in cui Saffo, celebre poetessa greca vissuta sull'isola di Lesbo tra il VII e il VI secolo a.C., scrisse il suo Poema di mezzanotte, una serie di versi che suggeriscono un'attenta osservazione del cielo notturno.

Eccolo, nella versione di Salvatore Quasimodo:

Tramontata è la luna

e le Pleiadi a mezzo della notte;

anche giovinezza già dilegua,

e ora nel mio letto resto sola.

Dipinto pompeiano detto "Saffo". © Wikimedia Commons

Un puzzle complesso. Manfred Cuntz e Levent Gurdemir, due astrofisici appassionati di astronomia forense, hanno utilizzato un programma per la simulazione della volta celeste (lo Starry Night, nella versione 7.3), per avvicinarsi il più possibile alla data in cui la poetessa scrisse il componimento.

Sono partiti da quel "mezzo della notte", e dall'unica data certa attribuibile a Saffo: il 570 a.C., l'anno della sua morte. Anche considerando date anteriori o posteriori di 20-40 anni, dicono gli scienziati, i calcoli non cambiano in modo significativo. Perciò la domanda era: quando le Pleiadi, citate nella poesia, tramontarono a mezzo della notte?

Cielo invernale. Il planetario ha risposto: il 25 gennaio del 570 a.C. le Pleiadi tramontarono sopra Lesbo proprio a mezzanotte; prima di quella data le Sette Sorelle (altro nome dell'ammasso di stelle) avevano un tramonto più tardivo, quindi i giorni precedenti sono da escludere. Oltre quella data e fino al 31 marzo le Pleiadi dovettero sparire dall'orizzonte sempre prima, rimanendo comunque visibili. Dunque, il poema fu scritto tra la metà dell'inverno e l'inizio della primavera.

detective delle stelle. Il lavoro pubblicato sul Journal of Astronomical History and Heritage può sembrare un puro esercizio di stile, ma si inserisce in un filone di studi che gode di una certa fortuna. Sempre all'università del Texas lavora Donald Olson, astronomo forense che aveva calcolato il contributo della Luna nell'affondamento del Titanic.

21 maggio 2016 Elisabetta Intini
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