Una fitta nube di fumo si solleva dal pannello dei comandi. Gli astronauti non perdono la calma, chiudono il casco e... iniziano la simulazione. Quella di un incendio a bordo della Soyuz è un'ipotesi remota, ma che deve in ogni caso essere prevista.
Scenari difficili. L'astronauta dell'ESA Andreas Mogensen ha condiviso su YouTube il video di un'esercitazione per situazioni off-nominal, ossia di emergenza, all'interno della capsula russa.
La simulazione è avvenuta presso lo Yuri Gagarin Cosmonaut Training Center, un centro di addestramento per astronauti a Star City (nella provincia di Mosca), insieme al cosmonauta russo Sergei Volkov, che partirà con Mogensen per la ISS a settembre 2015. La missione di Mogensen, primo astronauta danese a bordo, durerà 10 giorni.
Correre ai ripari. In caso di incendio nella Soyuz, spiega Andreas nel video, la prima cosa da fare è chiudere il casco per non inalare il fumo. Poi, si può cercare di estinguere l'incendio in tre diversi modi. In primo luogo, chiudendo l'impianto di aerazione di bordo per fermare la circolazione forzata dell'aria nella cabina e impedire all'incendio di propagarsi. La seconda soluzione è spegnere tutti gli equipaggiamenti elettrici, per togliere al fuoco ogni possibile ulteriore rinforzo.
Poco tempo. La terza decisione da prendere, più drastica, è depressurizzare la cabina, lasciando l'incendio senza ossigeno da sfruttare. In quest'ultimo scenario, all'equipaggio rimangono 125 minuti per effettuare un atterraggio di emergenza, prima che la temperatura all'interno della tuta aumenti irrimediabilmente. L'ossigeno erogato dalla tuta - 22 litri al minuto - sarebbe infatti sufficiente per respirare, ma non per garantire la giusta temperatura corporea.
Centrifuga umana. Ma quella che avete visto non è l'unica "tortura" che aspetta gli astronauti in partenza per la ISS. Qualche giorno fa, Mogensen ha affrontato anche una simulazione di rientro balistico a 8 G (otto volte la forza di gravità), uno dei possibili scenari di rientro previsti per la Soyuz, in cui né l'equipaggio né i computer hanno la possibilità di controllare la capsula, che si comporta come un sasso inerte.
In un rientro normale si toccano i 4-5 G; in un rientro balistico, gli 8-9 G. Un atterraggio più movimentato del consueto, ma che si è verificato già diverse volte, e ha lasciato gli astronauti sani e salvi.
Guarda il video di Mogensen sulla centrifuga a 8 G: