La nebbia non fa vedere perché disperde i raggi luminosi. In condizioni normali, l’occhio percepisce l’immagine di un oggetto perché questo riflette una parte della luce che lo colpisce. La luce riflessa giunge all’occhio in modo da formare sulla retina un’immagine corrispondente punto per punto all’oggetto. La nebbia è una sospensione di finissime goccioline d’acqua che diffondono la luce, cioè la deviano in tutte le direzioni. Se le goccioline sono poche, come nel caso di foschia, si perde poca visibilità perché la deviazione della luce è minima.
Infrarossi e radar. Con nebbia densa, invece, un raggio luminoso subisce molte deviazioni e l’occhio non riesce a ricostruire efficacemente l’immagine. Non tutte le lunghezze d’onda però subiscono la stessa deviazione: i raggi infrarossi, con lunghezza d’onda tra uno e dieci micron, invisibili all’occhio umano, sono usati nei visori artificiali perché subiscono una diffusione molto minore. A lunghezze d’onda ancora maggiori funzionano i radar di navi e aerei non solo di notte, ma anche in presenza di forti banchi di nebbia e di nubi. Gli animali non hanno meccanismi di visione specifici per la nebbia, ma si orientano e si muovono meglio grazie agli altri sensi, più sviluppati che nell’uomo.