Scienze

L'anestesia... psicologica che fa passare il dolore

Un recente studio condotto dall' Università di Milano-Biccoca in collaborazioe con lo University College di Londra, cambia alcuni concetti sulla percezione del dolore. E spiega che durante un'iniezione, per sentire meno male, girare la testa dall'altra parte non è la soluzione migliore, anzi... (Focus.it, 21 febbraio 2011)

Dove guardate durante un'iniezione o un qualsiasi altro evento doloroso che vi coinvolga in prima persona? Probabilmente ovunque tranne che verso l'ago, convinti che "meno si vede, meno fa male". Ebbene, sappiate che siete fuori strada: secondo un recente studio dell'Università di Milano-Bicocca e dello University College di Londra ,se volete se volete sentire meno dolore durante prelievi, medicazioni e sforacchiamenti vari dovete guardare proprio là dove aghi e stumenti chirurgici vi "straziano le carni". Non solo: secondo gli scienziati più l'immagine della scena è grande, meno male si sente.

Un esperimento... bollente
Per provare questa teoria gli scienziati si sono serviti di 18 coraggiosi volontari: hanno appoggiato una resistenza elettrica sul dorso della loro mano e progressivamente l'hanno scaldata sempre di più. Non appena la faccenda iniziava a diventare dolorosa, interrompevano la prova e registravano la temperatura della sonda. In questo modo hanno potuto misurare in modo oggettivo la soglia del dolore di ogni partecipante al test.
I neuroscienziati hanno poi utilizzato una serie di specchi per manipolare ciò che i volontari potevano vedere e hanno scoperto che guardare la scena "hot" elevava di almeno 3C° la loro capacità di sopportazione. E se l'immagine della mano oggetto del test veniva ingrandita con speciali lenti, i volontari riuscivano a resistere ancora di più.
Al contrario, più la mano si rimpiccioliva, più bassa diventava la capacità di sopportazione.
Secondo Patrick Haggard, uno dei neuroscienziati responsabile dello studio, la propozionalità diretta tra dimensioni del corpo e male percepito permetterà di comprendere meglio le basi neurologiche del dolore e quindi di mettere a punto terapie sempre più efficaci per il suo trattamento.

Guardare e non urlare
«Le terapie psicologiche per il dolore si rivolgono generalmente alla sorgente del dolore, insegnando ad esempio tecniche di distrazione», afferma Flavia Mancini, prima autrice della ricerca. «Il nostro studio mostra che è importante considerare anche il contesto in cui avviene il dolore, ovvero il nostro corpo. Questa scoperta potrebbe far avanzare lo sviluppo di trattamenti clinici per il dolore».
«Di solito si consiglia ai bambini di non guardare durante un prelievo di sangue. Abbiamo tuttavia scoperto che guardare al corpo è analgesico. Il mio consiglio è dunque di cercare di tentare di evitare di guardare l'ago [può comunque fare impressione. ndr] ma guardare comunque il proprio corpo» spiega Haggard.

21 febbraio 2011
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