Il primo passo della sperimentazione del vaccino contro Ebola è stato compiuto con successo. Un articolo sulla rivista New England Journal Of Medicine ne annuncia oggi i risultati: non ci sono state brutte sorprese e, con ogni probabilità, i test per il vaccino anti Ebola andranno avanti. Non era un fatto scontato, data la procedura del tutto inusuale e la grande fretta con cui la sperimentazione è stata fatta partire, nella speranza di mettere a punto un'arma per arginare l'epidemia in Africa.
Vaccino italiano. Il vaccino, sviluppato nei laboratori della company biotech Okairos (acquisita l'anno scorso dal gigante farmaceutico GlaxoSmithKline) a Napoli, utilizza come vettore un adenovirus delle scimmie in cui è stato inserito un pezzetto di materiale genetico del virus Ebola. Si tratta in particolare di proteine di superficie dei ceppi Sudan e Zaire.
Il vaccino sperimentale è stato inoculato nelle settimane scorse in venti volontari sani (in Stati Uniti, Gran Bretagna e Mali) in due diverse dosi. Lo scopo di questa prima fase era solo verificare che non ci fossero effetti collaterali. Secondo quanto riportano i firmatari dello studio, è andata come si sperava: non ci sono state reazioni preoccupanti. Due dei partecipanti hanno avuto febbre lieve il giorno successivo al vaccino, e nient'altro. Per il resto, le analisi hanno evidenziato che in tutte le persone vaccinate si sono sviluppati anticorpi specifici contro le proteine di Ebola contenute nel vaccino.
Pronti per la fase 2. I ricercatori hanno anche testato due differenti dosaggi e verificato che uno (quello più alto) sembra in grado di provocare la risposta immunitaria migliore, quella che negli studi sulle scimmie è stata associata con la protezione dal virus. Se la tabella di marcia verrà rispettata, con questi primi risultati positivi si dovrebbe ora procedere alla seconda fase della sperimentazione, quella per testare il vaccino sul campo nei paesi interessati dall'epidemia.
Le dosi di vaccino (alcune migliaia) di cui è già in corso la produzione negli stabilimenti di Pomezia della Okairos dovrebbero servire proprio per i test clinici. Finora è stato detto che i primi a ricevere il vaccino sperimentale potrebbero essere gli operatori sanitari, i più esposti al virus. Si vedrà così se il vaccino anti-Ebola può davvero fare la differenza e funzionare come strumento di prevenzione. È un primo passo importante ma, è bene ricordarlo, è un'arma che anche nella migliore delle ipotesi non potrà essere disponibile per un uso su larga scala prima di diversi mesi.