I batteri resistenti agli antibiotici uccidono ogni anno 700 mila persone nel mondo. Ora, per la prima volta, questa emergenza sanitaria sarà affrontata ai più alti livelli della politica internazionale.
Il 21 settembre l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite tratterà la questione nel corso dell'incontro annuale di due settimane a New York, tradizionalmente dedicato a questioni di importanza globale.
Un segnale importante. Anche se l'Organizzazione Mondiale della Sanità si occupa del problema da diversi anni, questa è la quarta volta che un tema di salute pubblica finisce sul tavolo dell'ONU. Prima d'ora, era toccato soltanto all'HIV, alle malattie croniche e all'emergenza Ebola.
Tempo scaduto. Le pressioni internazionali per un incontro di questo tipo duravano da tempo, e si sono fatte più insistenti da quando la rivista Lancet ha sollevato l'attenzione internazionale sul tema dei batteri immuni alla colistina, una sostanza a lungo considerata l'ultimo baluardo contro i microrganismi più resistenti alle cure antibiotiche.
Che cosa sperare. Tuttavia non ci sia aspetta siano presi, nel corso della riunione, accordi vincolanti sulla limitazione degli antibiotici nell'allevamento del bestiame o nei contesti medici in cui non sono strettamente necessari. Il risultato più realistico a cui è possibile aspirare è una dichiarazione congiunta di impegno a sforzi coordinati sulla questione, e la volontà di supportarli finanziariamente.