Salute

Salute: Istat, italiani un po' meno pigri e fumatori ma più sovrappeso

In calo consumo di alcol giornaliero, cresce la passione per drink fuoripasto

Roma, 27 lug. (AdnKronos Salute) - Italiani tutto sommato meno pigri, anche se questo atteggiamento è ancora piuttosto diffuso soprattutto fra le donne. In calo poi il numero dei fumatori, come pure quello di chi beve alcolici ogni giorno. Mentre aumentano gli italiani che consumano alcol occasionalmente o si concedono drink fuoripasto. E l'eccesso di peso si diffonde con una tendenza crescente nel tempo, soprattutto fra i maschi. E' il quadro che emerge dal report dell'Istat su abitudine al fumo, eccesso di peso, sedentarietà e consumo di alcol tratto dall'Indagine multiscopo 'Aspetti della vita quotidiana', diffuso a Roma e relativo al 2015.

COMPORTAMENTI SEDENTARI PER QUATTRO PERSONE SU DIECI - Nel 2015 23 milioni e 524 mila persone (39,9% della popolazione di 3 anni e più) dichiarano di non praticare sport né attività fisica nel tempo libero, un valore "stabile rispetto al 2014. Le donne sono più sedentarie degli uomini (44,3% contro 35,1%)". Le persone di 3 anni e più che praticano uno o più sport nel tempo libero sono il 33,3% della popolazione. Tra queste, il 23,8% si dedica allo sport in modo continuativo, il 9,5% in modo saltuario. Coloro che, pur non praticando uno sport, svolgono un'attività fisica sono il 26,5% della popolazione. Nel corso degli ultimi anni "si va tuttavia affermando un significativo cambio di modello per generazione, con un calo della sedentarietà e un aumento di coloro che praticano sport in modo continuativo", spiega l'Istat.

Dal 2001 a 2015 la quota di quanti praticano attività sportiva in modo continuativo passa dal 19,1% al 23,8%. Il numero dei sedentari ("elevati tra i piccolissimi di 3-5 anni"), diminuisce a 6-10 anni, si mantiene bassa tra i minori ma aumenta decisamente nelle fasce di età successive. A partire dai 65 anni quasi la metà della popolazione si dichiara sedentaria. E in tutte le fasce di età le donne sono più sedentarie degli uomini. Inoltre i livelli di inattività fisica sono più elevati tra le persone con risorse economiche scarse o insufficienti (51,9%), rispetto a chi dichiara risorse ottime o adeguate (37,9%). Differenze marcate anche rispetto al titolo di studio: tra le persone con almeno la laurea la prevalenza di chi non pratica sport né attività fisica nel tempo libero è pari al 23,2%, sale tra i diplomati e tra chi ha la licenza media (rispettivamente 33,7% e 49%) e raggiunge il 68% tra quanti hanno la licenza elementare.

PIÙ DI UN ADULTO SU TRE È IN SOVRAPPESO E CIRCA UNO SU DIECI È OBESO - La maggioranza della popolazione adulta in Italia è normopeso (51,8%), il 35,3% in sovrappeso, il 9,8% obeso e il 3% sottopeso.

E' in eccesso di peso il 45,1% della popolazione. Rispetto agli altri Paesi europei, l'Italia si posiziona nella parte più bassa della graduatoria, "con un andamento crescente nel tempo, soprattutto tra i maschi (da 51,2% nel 2001 a 54,8% nel 2015)". Il sovrappeso è più diffuso tra gli uomini, 44% contro il 27,3% delle donne, come pure l'obesità, 10,8% contro 9%. E cresce all'aumentare dell'età. "Si conferma un forte gradiente territoriale Nord-Sud per l'eccesso di peso che, nel 2015, interessa una quota superiore al 50% nel Sud del Paese (38,6% in sovrappeso e 11,8% obeso) contro il 41% del Nord-ovest e il 43,7% del Nord Est".

Picchi si osservano in Molise (52,6%), Campania (51%), Puglia (50,9%) e Basilicata (50,5%). Sono soprattutto i piccoli comuni fino a 2 mila abitanti a registrare quote più elevate di sovrappeso e obesità. Marcate anche le differenze rispetto al titolo di studio: tra le persone con almeno la laurea la prevalenza di eccesso di peso è pari a 32,8%, che sale al 42,8% tra i diplomati e al 52,7% tra chi ha la licenza media per raggiungere il 60,4% tra quanti hanno al massimo la licenza elementare. I bambini e gli adolescenti extralarge sono il 24,9% (media 2014-2015), con un picco tra i 6-10 anni (34,2%), ma al crescere dell'età il sovrappeso e l'obesità vanno diminuendo, fino a raggiungere il valore minimo tra i ragazzi di 14-17 anni. Emergono forti differenze di genere (28,3% per i maschi, contro 21,3% delle femmine) molto marcate tra gli adolescenti (14-17 anni) ma quasi inesistenti tra i bambini di 6-10 anni.

CRESCE IL CONSUMO DI ALCOL OCCASIONALE E FUORI DAI PASTI, SCENDE QUELLO GIORNALIERO - Nel 2015 dichiara di bere alcolici il 64,5% della popolazione di 11 anni e più, pari a 35 milioni e 64 mila persone. Circa otto uomini su dieci e cinque donne su dieci consumano alcol almeno una volta l'anno. Per entrambi i sessi la bevanda alcolica più diffusa è il vino (52,2%), seguita da birra (46,4%) e altri alcolici (42,1%). Il consumo "risulta in lieve aumento nel corso del 2015 rispetto all'anno precedente (63,0%), ma in netto calo rispetto al 2003 (68,8%)". Diminuisce "in particolare il consumo giornaliero di alcol: tra il 2003 e il 2015 la quota di chi consuma bevande alcoliche tutti i giorni scende dal 31,1% al 22,2%", ma aumenta quella di chi beve occasionalmente (dal 37,7% al 42,3%) e fuori dai pasti (dal 24,8% al 27,9%).

"Si osserva, quindi, nel corso degli ultimi anni una trasformazione del modello tradizionale di consumo di bevande alcoliche, basato sulla consuetudine di bere quotidianamente vino durante i pasti, verso i modelli di consumo tipici dei paesi del Nord Europa, caratterizzati da consumi elevati di bevande alcoliche spesso consumate anche al di fuori dei pasti".

Un cambiamento forte fra le donne: le consumatrici giornaliere scendono da 4 milioni 563 mila a 3 milioni 321 mila (-27,2% contro -23,2% dei maschi), mentre aumentano le italiane che bevono fuori dai pasti. E ancora, fra i giovani di 11-15 anni dichiara di aver assunto alcolici negli ultimi 12 mesi l'11,3% dei maschi e l'8,3% delle femmine. Già a partire dai 18-19 anni i valori si avvicinano a quelli della media della popolazione, ma nel caso delle ragazze sono più elevati (59% contro 52,0%). Il consumo giornaliero aumenta fortemente con l'età. E in generale è più forte nel Centro-Nord, soprattutto nel Nord-est (69,1%) e tra i maschi (79,4%).

SONO PIÙ DI 10 MILIONI I FUMATORI OVER 14 - In Italia, a partire dagli anni Ottanta il consumo di tabacco è in progressivo calo e all'anno scorso il 19,6% della popolazione 'over 14' dichiara di fumare, il 22,8% di aver fumato in passato e il 56,3% di non aver mai fumato. Il trend risulta costantemente decrescente negli ultimi anni (23,7% la quota di fumatori nel 2001), con l'abitudine più diffusa fra gli uomini, anche se la differenza di genere si è ridimensionata nel tempo. Anche il numero medio di sigarette fumate al giorno è in calo: da 14,7 del 2001 a 11,6 del 2015. Gli uomini fumano in media più sigarette al giorno delle donne (12,8 rispetto a 9,9); i valori più alti si riscontrano tra i 60 e i 64 anni. Inoltre l'Istat aggiunge che la quota di fumatrici si riduce sensibilmente nelle generazioni più giovani: tra i 25-29 anni fuma il 23% delle donne nate dopo la metà degli anni Sessanta, una quota che era rispettivamente del 32,9% e del 28% nelle due generazioni precedenti.

I COMPORTAMENTI DEI GENITORI INFLUENZANO QUELLI DEI FIGLI. La famiglia "svolge un ruolo determinante per lo scambio di conoscenze, pratiche comportamentali, norme e valori", afferma l'Istat. I membri della famiglia condividono lo status socio-economico, a cui è associata una diversa propensione ad assumere comportamenti a rischio. Rispetto agli stili di vita "emerge in modo evidente l'effetto esercitato dalle abitudini dei genitori sul comportamento dei figli". Infatti, il 30,2% dei giovani fino a 24 anni che vivono in famiglie dove entrambi i genitori sono fumatori fuma, contro l'11,9% dei figli di non fumatori. Forte anche associazione tra l'eccesso di peso dei genitori e quello dei figli. In particolare, se entrambi i genitori sono in sovrappeso la percentuale di giovani nella stessa condizione è del 30,6% mentre scende al 16,3% quando entrambi i genitori sono normopeso. Stesso discorso per l'alcol: il 32,6% degli 11-24enni che vivono in famiglie con almeno un genitore che beve troppo presentano gli stessi eccessi, quota che scende al 15,7% tra i giovani con genitori 'moderati'.

Infine la quota di giovani 'pigri' i cui genitori non praticano sport né attività fisica è del 48,4% contro il 7,7% di quelli con genitori non sedentari. "Associazioni che permangono anche quando è uno solo dei due genitori, in particolare la madre, ad assumere stili non salutari".

27 luglio 2016 ADNKronos
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