Salute

HIV, scagionato il "paziente zero"

Il virus arrivò negli Stati Uniti dall'Africa, attraverso i Caraibi, nel 1970, 10 anni prima che fosse scoperto, e che lo steward di volo che per primo lo contrasse fosse contagiato.

Il virus dell'HIV arrivò negli Stati Uniti dai Caraibi intorno al 1970, e lì rimase, moltiplicandosi silenziosamente, per circa 10 anni, prima che fosse identificato negli anni '80.

L'analisi di 8 interi genomi prelevati da campioni di siero di pazienti omosessuali tra il 1978 e il 1979 dimostra che in quel decennio il virus si era già diversificato sotto il profilo genetico, e che le sue caratteristiche erano molto simili a un ceppo registrato nei Caraibi, ad Haiti in particolare, nei primi anni '70. Lo studio dell'Università dell'Arizona a Tucson è stato pubblicato su Nature.

Infiltrato. La ricerca dimostra che quando il primo paziente con HIV morì a New York, nel 1981, il virus si stava già moltiplicando e differenziando tra quella città e San Francisco da almeno 10 anni: un'evidenza che di fatto assolve Gaetan Dugas, assistente di volo franco canadese considerato per molti anni erroneamente "il paziente zero".

Un aiuto prezioso. Nel 1982, quando i Centers for Disease Control and Prevention americani stavano indagando l'origine della diffusione del sarcoma di Kaposi, un tipo di tumore della pelle che oggi sappiamo collegato al virus, tre uomini di tre diverse nazioni raccontarono di aver avuto rapporti con Dugas. Il contributo dell'uomo, che fu in grado di rievocare i nomi di 72 partner avuti nei tre anni precedenti, fu fondamentale per stabilire la trasmissione per via sessuale del virus.

Una cattiva reputazione. Ma la memoria dello steward e il clamore mediatico fecero passare il messaggio sbagliato: e cioè Dugas fosse stato il primo a portare il virus in Nord America. La verità è che l'uomo, morto nel 1984 dopo anni di diffamazioni, non fu che uno delle migliaia di persone contagiate nel periodo iniziale.

27 ottobre 2016 Elisabetta Intini
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