La guida di Focus con spiegazioni e curiosità sulle allergie.
La chiamano febbre da fieno,
ma la parola febbre è
usurpata: quasi mai, infatti,
questo disturbo provoca un
rialzo della temperatura. Quanto
al fieno è solo uno dei tanti produttori
di pollini responsabili della
crisi.
Per i milioni di allergici
ai pollini la primavera è il periodo
più nero dell’anno. Nell’aria
volteggiano fino a 2-3 mila pollini
per m3. Responsabili di tanti guai
sono gli allergeni più “grossi” (siamo
comunque nell’ordine dei micron:
da 20 a 60).
Vengono infatti
trattenuti dalle fosse nasali, pronti
a penetrare più in profondità nella
mucosa nasale dove entreranno in
contatto con le IgE (le immunoglobuline E, anticorpi specificamente addestrati a catturare le proteine dei pollini o di altri allergeni), dando
il via alla catena di eventi che scatena
la crisi e quindi, in genere, a
una lunga serie di starnuti. Ecco
come questo sintomo, il più comune
e fastidioso provocato dalle allergie,
si manifesta e agisce.
Deflagrazione nasale
Si potrebbe dire che lo starnuto
è uno dei momenti della vita in cui
siamo più vicini alla morte. La
pressione interna dei polmoni aumenta
infatti enormemente, prima
della “deflagrazione”.
Per un
attimo le vie aeree si ostruiscono e
il battito cardiaco subisce un’impennata.
In seguito a uno starnuto il muco presente nelle prime vie respiratorie viene proiettato all'esterno, frazionato in migliaia (anche 5.000) goccioline che - se non vengono bloccate da un fazzoletto - possono viaggiare anche per 4/5 metri.
Per fortuna il nostro organismo
è costruito per sopportare
senza problemi questo piccolo
stress, che ha uno scopo benefico:
liberarci il più rapidamente possibile
da intrusi come virus, batteri,
pulviscolo, polline.
Ma se col raffreddore
virale in genere ci accontentiamo
di qualche starnuto isolato,
con la rinite allergica gli starnuti
sono frequentissimi. E spesso
non si presentano isolati, ma a
salve di quattro-cinque o addirittura
venti per volta.
Ma che cosa succede quando
starnutiamo? È un meccanismo in
tre atti.
1. Arriva il polline
Prima di tutto i pollini raggiungono
le narici e quindi la mucosa
nasale. Irritata dalla presenza
di elementi estranei, la mucosa dà
il via a due processi: attraverso un
messaggio biochimico attiva mastociti
e IgE, che cominciano a liberare
istamina e altri mediatori
dell’infiammazione. Attraverso l’azione
meccanica sollecita poi le
terminazioni nervose del trigemino,
presenti all’interno del naso.
2. Parte il messaggio nervoso
Ecco che dal trigemino il segnale
nervoso sale al cervello. Da lì
scatta un riflesso automatico: l’ordine,
per i polmoni, è di fare il pieno
d’aria; per alcuni muscoli del
torace e della faringe è quello di
contrarsi.
3. Ed ecco l’esplosione
Il comando successivo per i
muscoli del torace è quello di distendersi
rapidamente. L’aria viene
così spinta fuori dai polmoni in
gran quantità. E mentre la glottide
si apre, la lingua blocca il retro della
bocca, in modo che tutta l’aria
passi attraverso le fosse nasali. E
parte lo starnuto, una specie di
esplosione che porta all’esterno
tutta la massa d’aria contenuta nei
polmoni ma anche i liquidi e i corpuscoli
nel naso. Propagando per
alcuni metri intorno una sorta di
aerosol fatto di goccioline di muco.
Per fortuna il raffreddore allergico
non è contagioso, al contrario di
quello causato dai virus.