Proprio mentre la stagione balneare è alle porte, su alcune spiagge italiane in questi giorni sta avvenendo un fenomeno (apparentemente) misterioso, rilevato dai nostri lettori-ricercatori attraverso Meteo Meduse, il servizio di Focus (in collaborazione con Ferdinando Boero, biologo marino dell'Università del Salento) che segnala in tempo reale la presenza di meduse nei nostri mari (disponibile anche la app per iPhone e Android).
Due i fenomeni principali: il primo è in Toscana, precisamente a Marina di Carrara, il secondo in Liguria, nel Golfo dei Poeti a Lerici.
Sulla spiaggia di Marina di Carrara c'è un'invasione di migliaia di piccole "meduse" blu che ha ricoperto l'arenile per un tratto di circa due chilometri. Si tratta di colonie di Velella velella, chiamate comunemente anche Barchetta di San Pietro. Le Velella velella, tipiche del Mediterraneo, viaggiano in grandi gruppi spinte dal vento e dalle correnti e, se il vento le spinge verso la costa, finiscono sulle spiagge, conferendo loro un caratteristico colore azzurro.
Un fenomeno analogo ha avuto luogo qualche giorno fa a Lerici, come del resto avviene da circa 8 anni, sempre in questo periodo «ma mai in così grande quantità» ci dice Marco Putti, assiduo collaboratore al programma sulla meduse. La spiegazione di tutto questo? Ne parliamo con Ferdinando Boero, coordinatore della campagna Occhio alla Medusa di Focus, che quest'anno è inserita in tre progetti europei (Vectors, Perseus, e Coconet).
Riparte Meteo Meduse: mandateci le vostre segnalazioni!
Già nel 2009 e nel 2010, Velella ha colorato di blu le spiagge del Mar Ligure e del
Tirreno. L'anno scorso, invece, praticamente non si è vista. Quest'anno,
cosa sta succedendo?
Sono arrivate a miliardi e hanno colorato di
blu le stesse spiagge degli anni scorsi attirando l'attenzione dei
frequentatori del litorale. D'altra parte la scomparsa dell'anno scorso
non aveva creato allarmi: dopotutto le velelle non sono delfini, e se
scompaiono non interessa a nessuno.
Velella non è medusa, in realtà…
Velella
non è una medusa, è una colonia galleggiante di polipi (gli stadi del
ciclo delle meduse che di solito vivono attaccati alle rocce) e da
questi polipi vengono prodotte piccole meduse di pochi millimetri che
nessuno nota.
Perché si chiama Velella?
Il nome Velella definisce
una caratteristica importante dalla colonia: una vela.Velella galleggia
sulla superficie del mare e si fa portare dal vento. I suoi polipi,
attaccati sotto la base da cui spunta la vela, sono sospesi nell'acqua
sottostante e catturano tutti gli animaletti che si avventurano in
superficie. Quei polipi mangiano a sazietà e poi producono le piccole
meduse che, giunte a maturazione, liberano uova o spermatozoi. Dopo la
fecondazione si forma una piccola larva che scende nel mare profondo e,
negli anni successivi, la larva si sviluppa e forma la colonia che sale
fino in superficie, a formare la velella che tutti conosciamo.
Perché ci sono anni, come questo, in cui si sviluppano più colonie di velella?
Evidentemente
quelle larve possono svilupparsi in nuove colonie nell'anno successivo
(come è successo due e tre anni fa) oppure possono restare quiescenti
per uno o più anni, e poi svilupparsi, come è successo quest'anno.
Cosa indica la presenza di questi animali?
Per
molti anni, a partire dagli anni 70 del secolo scorso, le velelle non
sono mai state così abbondanti. Probabilmente erano influenzate anche
dall'inquinamento da petrolio. Il petrolio galleggia, e anche le
velelle. E quindi la loro presenza ci dice che, almeno nel momento in
cui sono presenti, la superficie del mare non è inquinata.
Cosa mangiano queste colonie?
Mangiano
tutto quello che trovano subito sotto la superficie del mare. Possono
essere piccoli crostacei, ma potrebbero essere anche le uova
galleggianti di specie di pesci, come ad esempio le acciughe. Le
acciughe producono uova galleggianti proprio a partire da marzo. La
presenza di questi banchi di velella proprio nel periodo di deposizione
delle uova di acciuga potrebbe avere un forte impatto sulla riproduzione
di questa specie ittica. E forse di altre ancora. Se la riproduzione ha
un minor successo, dovuto a predazione sulle uova e sulle larve, poi ci
saranno minori rese di pesca. I biologi della pesca devono tener conto
di queste situazioni, perché se per caso la pesca dell'acciuga dovesse
avere una contrazione, forse la risposta a una domanda che magari si
porrà tra qualche mese potrebbe essere a portata di mano oggi.
Ma per la salute umana ci sono problemi?
No,
non mi risulta che velella sia in grado di fare granché agli umani. È
blu e galleggia, proprio come la Physalia physalis (Caravella
portoghese), che nel 2010 ha causato la morte di una bagnante in
Sardegna, ma non ha la sua stessa "potenza" nei nostri confronti.
Però le colonie spiaggiate puzzano…
Certo,
come ogni essere vivente quando va in decomposizione. Ma questo è un
fenomeno naturale che, dopo poco tempo, passa. E queste velelle sono
cibo per uccelli e per gli invertebrati che vivono nelle sabbie marine.
Nulla va sprecato!
Poco urticante
Assolutamente innocua per l’uomo, anche se è bene non toccarla.
Habitat
Comune in Mediterraneo, non vive in sospensione
nell’acqua, ma galleggia sulla superficie del mare. Può essere presente
in sciami enormi e lunghi anche diversi chilometri. Inevitabilmente
trovano una costa, e spiaggiano, ma questo di solito avviene alla fine
del ciclo, quando le meduse si sono staccate dalle colonie.
Come riconoscerla
Detta anche “barchetta di San Pietro”, non è una medusa
ma una colonia galleggiante di polipi. La colonia è di circa 3-7 cm, e i
polipi blu sono attaccati a un galleggiante chitinoso munito di una
"vela" che porta la colonia a spasso con l’aiuto del vento.
La colonia, verso la fine della sua vita che dura pochi
mesi, produce meduse di pochi millimetri, gli adulti sessuati, che con
la fecondazione produrranno altre colonie galleggianti di polipi.
Il prof. Ferdinando Boero, biologo marino dell'Università del Salento, coordinatore della campagna Occhio alla Medusa di Focus, ha appena pubblicato Economia senza natura. La tesi: un'economia che non tiene conto dei limiti della natura è una truffa. Per noi e per le prossime generazioni.