Cinque tavolette di piombo recanti una serie di maledizioni incise 2400 anni fa sono state rinvenute nella tomba di una giovane donna a nordest del Pireo, il porto di Atene. Quattro riportano versi che invocano le divinità degli inferi contro alcune coppie di tavernieri dell'antica Grecia; una è senza scritte e doveva servire per pronunciare un incantesimo o un anatema.
Inveire con stile. Le tavole sono state rinvenute nel 2003, ma i dettagli sui loro contenuti sono emersi in un articolo recentemente pubblicato sulla rivista Zeitschrift für Papyrologie und Epigraphik. Furono probabilmente commissionate, da tavernieri rivali, a un professionista di questo genere di improperi, perché sono scritte in una prosa elegante e dettagliata.
Che gli dei mi aiutino. Su una tavola in particolare, rivolta a una coppia di tavernieri, si sono concentrati gli studi. Tradotta dal greco antico, recita più o meno così «Getta il tuo odio su Phanagora e Demetrios e la loro taverna e la loro proprietà e i loro possedimenti. Legherò il mio nemico Demetrios, e Phanagora, nel sangue e nelle ceneri, con tutti i morti».
Il testo prosegue invocando i nomi di Ermes, Artemide ed Ecate, gli dei del commercio, della caccia e della magia apostrofati come ctoni (sotterranei), affinché eseguano gli incantesimi.
Posta celere. La tomba del IV secolo a.C. in cui sono state trovate le tavole apparteneva a una giovane donna che probabilmente non era coinvolta nella disputa, ma che si trovò a morire all'epoca dei dissidi. Spesso i testi recanti maledizioni - piuttosto diffusi nel mondo greco antico - erano posti in tombe, o pozzi, con l'idea che potessero arrivare prima alle divinità dell'oltretomba invocate.