La regina del Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord, formalmente, detiene tutti e tre i poteri di uno Stato democratico: legislativo, esecutivo e giudiziario. Tuttavia, già nel lontano 1689, la sottoscrizione del Bill of Rights (dichiarazione sui diritti) sancì la sovranità del parlamento. Oggi, quindi, Elisabetta II della casa Windsor (al trono dal 1952) è un capo di Stato formale e cerimoniale. Non fa parte del governo, ma riceve settimanalmente il primo ministro per riunioni nelle quali ha il diritto di esprimere il proprio parere; tuttavia, è tradizionalmente tenuta a rispettare le decisioni del primo ministro e del parlamento.
Funzioni delegate. Le "prerogative" reali, così sono chiamati i poteri della regina, sono ampie, anche se solo formalmente: può nominare (e destituire) il primo ministro, sciogliere il parlamento, dichiarare guerra, firmare la pace e così via. Nel tempo, tuttavia, queste funzioni sono state demandate per tradizione (il Regno Unito non ha una Costituzione scritta) allo stesso primo ministro e al parlamento. La regina ha anche il diritto di approvare o respingere i progetti di legge: se li approva diventano automaticamente legge. L'ultimo respinto risale al 1707. Infine, la regina conserva tuttora il titolo, anch'esso formale, di governatore supremo della Chiesa anglicana.