Se cercate la felicità, puntate a nord: è la Danimarca la nazione più felice al mondo, secondo il rapporto mondiale della felicità 2016, presentato a Roma per la Giornata internazionale della Felicità, che si celebra il 20 marzo.
Niente di nuovo sotto il (pallido) sole. Il Paese scandinavo, già al primo posto nel 2013 e al terzo nel 2015, è seguito da Svizzera, Islanda, Norvegia, Finlandia, Canada, Olanda, Nuova Zelanda, Australia e Svezia: le stesse nazioni più felici dello scorso anno, in un diverso ordine. L'Italia, ben lontana dalla top 10, si piazza al 50esimo posto, come nel 2015, ma è tra i 10 paesi con il peggior calo della felicità percepita nel periodo considerato.
A Dystopia però va peggio. Lo studio ha analizzato la situazione in 156 paesi utilizzando sei variabili: prodotto interno lordo (PIL) pro capite, servizi sociali, aspettativa di vita sana, libertà sociale, generosità e corruzione percepita. Il punteggio totale di ciascuna nazione è stato confrontato con quello di Dystopia, l'ipotetica (e sfortunata) nazione che annovera tutti gli scenari peggiori. Chiude la lista 2016 il Burundi, sull'orlo della guerra civile, preceduto da Siria, Togo, Afghanistan, Benin, Ruanda, Guinea e Liberia.
Il denaro non basta. Per la prima volta il rapporto sottolinea con particolare attenzione le conseguenze della iniqua distribuzione del benessere all'interno di un Paese. Le società più felici sono infatti quelle in cui c'è meno disuguaglianza nella distribuzione della ricchezza. Dal report emerge infine come la felicità percepita, intesa come soddisfazione di vita, sia un indicatore migliore del benessere di una nazione rispetto all'abusato prodotto interno lordo.