Scuola e Università

Maturità: come studiare meno e imparare tutto

Lettura intelligente, tecniche mnemoniche, appunti “organizzati” e motivazione: questi gli ingredienti per riuscire negli studi, passare la maturità, superare gli esami.

In occasione della maturità continuiamo i nostri articoli sui metodi di studio (un primo pezzo si trova qui) e ricordiamo l'iniziativa per gli studenti a cui partecipiamo: una serie di lezioni online gratuite con i tutor certificati di Docsity, il portale dove trovi ciò di cui hai bisogno per preparare e superare con successo i tuoi esami: appunti, domande & risposte, video e per l'appunto le lezione dei tutor.

Per la maturità 2017, Docsity e Focus offrono gratis lezioni online per preparare le prove scritte di italiano, matematica ed economia (guarda qui il calendario dei ripassoni ancora in calendario) e un appuntamento di gruppo con una psicologa per imparare a gestire paure e ansie più comuni

Durante le lezioni, i tutor spiegheranno le linee guida per affrontare le prove, risolveranno - insieme agli studenti - le prove degli anni precedenti, spiegandone ogni passaggio, e risponderanno alle domande e alle richieste di approfondimento.

La scrivania ingombra di libri, fogli di appunti ovunque e luce accesa fino a tarda notte, nella speranza di rendere di più l’indomani, all’esame o all’interrogazione di recupero. Un metodo che non sempre “paga”: non siamo bidoni da riempire di informazioni. Leggere e rileggere, magari ad alta voce e in modo meccanico non è produttivo. La parola d’ordine semmai è: consapevolezza. Della materia che ci si accinge a studiare, dei propri punti di forza e delle proprie debolezze. E allora, come studiare? Così.

Punto primo: lettura intelligente. Prima di studiare davvero, si deve iniziare dando una lettura perlustrativa al testo, leggere l’indice, capire a grandi linee come sono organizzate le informazioni nei vari paragrafi o capitoli, scorrere qualche capoverso ecc. A questo punto sappiamo già bene che cosa ci aspetta e siamo in grado di pianificare lo studio vero e proprio: quante pagine “macinare”? Che cosa è già noto dell’argomento? Il tempo dedicato a questo non è perso: più si ragiona attivamente sulla materia, meno fatica si farà poi a memorizzarla.

Riassumi, sottolinea, prendi nota. Sull’argomento si sono scritti interi libri: come sottolineare, come prendere appunti, la tecnica delle mappe mentali (un sistema molto “visivo” per riassumere un argomento, vedi esempio nella prossima pagina). Lo scopo di queste operazioni è aiutare il cervello a organizzare le informazioni, sintetizzarle e codificarle in modo che anche a livello visivo sia più semplice “tirarle fuori” al momento giusto.

A molti basta aver sottolineato i passaggi chiave di un testo e magari aver riportato a margine in estrema sintesi i concetti che riassumono il contenuto; altri hanno bisogno di scrivere su un quaderno a parte uno schema riassuntivo, che poi in fase di ripetizione viene utilizzato per “agganciare” le altre informazioni da esporre in modo più esaustivo.

Ripetere una-due volte e poi un rapido ripasso la sera o la mattina in genere è sufficiente per fare bella figura. Se inoltre la “lezione” viene ripetuta anche nei giorni successivi e poi una volta ogni tanto, il cervello provvederà a immagazzinarla per sempre nella cosiddetta “memoria a lungo termine”.

Il potere della motivazione. Ma gli sforzi servono solo se c’è “motivazione”: interesse per la materia o per lo studio in generale e un atteggiamento curioso e partecipe verso il sapere. Ma se la materia è “antipatica” e appare incomprensibile (la fisica e la matematica, per esempio, fanno spesso questo effetto perché molto astratte) bisogna poter contare su motivazioni esterne: l’orgoglio di ottenere un bel voto, le aspettative dei genitori, la consapevolezza che si può fare di più. Insomma, in un modo o nell’altro è importate dare una “connotazione emotiva” alle informazioni da studiare.

La motivazione allo studio può essere coltivata e non soltanto a scuola, ma anche in famiglia: se i genitori stimolano il bambino a “esplorare” dentro di sé, attraverso la riflessione o lo svolgimento di attività intellettuali che ne soddisfino la curiosità, hanno buone probabilità di coltivare uno studente intelligente e motivato. A patto di aver dato, per primi, il buon esempio. Ascoltare musica, leggere con passione, vedere insieme un film o una mostra per poi parlarne è positivo ma l’ideale sarebbe, mentre i ragazzi studiano, mostrarsi intenti a un’attività intellettuale (anziché perdersi in un rilassante zapping televisivo): nulla è efficace quanto l’esempio.

Una spinta alla memoria. Prima di un esame difficile, comunque, aiutarsi con qualche tecnica di memorizzazione può essere utile. Dovendo scegliere fra i diversi metodi a disposizione, il più efficace è senz’altro la tecnica dei loci.

La “mappa” per ricordare. Parole chiave, frecce colorate e disegni: ecco una mappa mentale dei “Promessi sposi”.

È anche il metodo più antico, la usava un grande oratore come Cicerone in un’epoca in cui non si poteva far conto su appunti, diapositive, lucidi. Servono un paio d’ore per impadronirsene, ma a grandi linee funziona così.

Supponiamo di dover studiare un periodo storico, per esempio la Seconda guerra mondiale. Isoliamo le parole chiave e mettiamole in ordine cronologico.

1° settembre 1939: Germania-Polonia; 3 settembre 1939: Inghilterra e Francia; 1940: entra in guerra l’Italia; 22 giugno 1941: operazione Barbarossa; 7 dicembre 1941: Pearl Harbor; febbraio 1943: Stalingrado; 8 settembre 1943: armistizio; 6 giugno 1944: sbarco in Normandia; 6 agosto 1945: Hiroshima.

Poi trasformiamole in immagini mentali lungo un percorso che conosciamo bene (i locali del proprio appartamento, il tragitto casa-scuola ecc.). Il metodo richiede un po’ di fatica iniziale ma poi è davvero infallibile. Per ripercorre le tappe salienti del conflitto basterà... entrare in casa. Questo e altri metodi sono strumenti che aiutano a ricordare, ma la capacità di elaborare e trattenere informazioni non può essere aumentata all’infinito. Oggi per intelligenza si intende velocità di pensiero e di sintesi. Le persone più “lente” fanno maggiore fatica a studiare. L’ideale sarebbe poter agire su questo. Nel mondo scientifico c’è grande interesse per l’argomento e noi stessi stiamo facendo ricerche per velocizzare e perfezionare il meccanismo della working memory, ovvero la capacità di eliminare le informazioni superflue, di cogliere il bersaglio, di selezionare.

16 giugno 2017 Emanuela Cruciano
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