di Alessia Vicinanza
Le voci che danno come cosa fatta l’acquisto di WhatsApp da parte di Facebook sono vere solo a metà: l’affare è tutt’altro che concluso.
"Secondo il co-fondatore Koum, la pubblicità è un insulto alla tua intelligenza"
Una mossa azzeccata -
WhatsApp, l’applicazione disponibile sia sull’Apple Store sia Google Play (ma anche per altri smartphone) per inviare gratuitamente messaggini
Vien da sé - Non è un caso che nel mirino di Mark Zuckerberg ci sia proprio WhatsApp. Solo su Google Play è stata scaricata gratuitamente da quasi due milioni di persone. Sull’Apple Store ha invece un costo irrisorio di 0.89 euro: gli oltre dieci miliardi di messaggi inviati al giorno lasciano intuire che in molti abbiano preferito spenderli per acquistare quest'applicazione piuttosto che pagare ogni volta gli sms. L’idea dell’acquisizione arriva dopo il traguardo del miliardo di utenti attivi sul social network che punta sempre di più a raggiungerne altrettanti puntando al settore della telefonia. Già con l’acquisto di Instagram un passo era stato fatto.
Visioni contrastanti - Facebook è decisa a guadagnare sempre di più, e il mercato mobile è quello più promettente. Quello che rimane da capire è se i fondatori di WhatsApp - Brian Acton e Jan Koum - sono disposti a scendere a compromessi: in più occasioni, soprattutto sul blog ufficiale, è stato specificato come gli annunci pubblicitari siano fuori discussione. Entrambi ex dipendenti di Yahoo, sono assolutamente contro i banner, così come non apprezzano chi vende al primo offerente il proprio prodotto. Mark Zuckerberg, invece, è dell’opinione opposta. Come finirà dunque? Staremo a vedere. (sp)