Dopo l’esplosione della piattaforma petrolifera al largo della Louisiana, il rischio di disastro ecologico si estende, ed è proprio il caso di dirlo, a macchia d’olio. L’ultima speranza per arginare i danni è affidata a quattro robot sottomarini.
“Il Golfo del Messico, dopo il disastro ambientale, è nelle mani di quattro robot sottomarini.”
Catastrofe ambientale – La fuoriuscita di greggio dalla piattaforma petrolifera Deep Water Horizon della Transocean, esplosa e poi affondata in mare giovedì scorso, continua senza sosta. Da quando si sono aperte delle falle nella struttura, ogni giorno si è riversato in mare l’equivalente di mille barili di petrolio al giorno e ieri la marea nera era distante circa 70 miglia dalla costa della Louisiana, nel Golfo del Messico, ma a sole 30 miglia dall’arcipelago delle Chandeleurs, un’area protetta dove depositano le uova molte specie di uccelli marini, tra cui i pellicani, già gravemente colpita l’uragano Katrina che devastò New Orleans.
Corsa contro il tempo – L’ultima carta da giocare per salvare l’ecosistema nel Golfo del Messico da questa imminente catastrofe ecologica è una squadra di robot sottomarini il cui compito è di attivare una serie di valvole e strumentazioni in grado di fermare la perdita dalla piattaforma. Secondo Doug Suttles, responsabile delle ricerche e della produzione della British Petrol che gestiva le trivellazioni, la missione dei sottomarini durerà dalle 24 ore alle 36 ore. Si tratta purtroppo di una vera “mission impossible” vista la gravita della situazione.