Spostarsi in bici fa bene all'ambiente, al portafoglio (qui 10 trucchi per risparmiare sul carburante) e alla salute di chi pedala. Ma fare lo slalom tra un'auto e l'altra in una metropoli congestionata dal traffico potrebbe avere ripercussioni negative sul benessere fisico dei ciclisti. Considerando che sono sempre di più le amministrazioni cittadine che optano per il bike sharing, sono più i rischi o i benefici quando si sceglie di muoversi su due ruote in città? La salute dei ciclisti è al sicuro, o messa a repentaglio dallo smog e dal rischio di incidenti?
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La bici del futuro? A prova di caduta
Queste domande hanno ispirato uno studio pubblicato l'anno scorso sul British Medical Journal, in cui si analizza a titolo esemplificativo l'esperienza della città di Barcellona.
La città catalana ha inaugurato il suo programma di bike sharing nel 2007. Due anni più tardi, avevano già aderito 180 mila persone: l'11% della popolazione cittadina. Poiché molti tra gli iscritti erano automobilisti passati alle due ruote, lo studio ha esaminato gli effetti sulla salute pubblica di questo significativo cambiamento di abitudini. I ricercatori hanno preso in considerazione il rischio mortalità associato alla maggiore probabilità di incidenti, all'esposizione a sostanze inquinanti, senza dimenticare, però, il generale aumento dell'attività fisica praticata dai nuovi ciclisti. In particolare è stato preso in esame un tragitto tipico di 3,3 chilometri, percorso dalle auto in otto minuti e mezzo e dalle bici in 14 minuti.
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Incrociando i dati raccolti gli studiosi hanno scoperto che, nonostante il rischio di incidenti e le ripercussioni negative dell'inquinamento dell'aria, l'aumento dell'attività fisica ha effetti decisamente positivi sulla salute pubblica e comporta un risparmio di vite umane pari a 12,28. In altre parole, il bike sharing a Barcellona salva 12 vite all'anno.
Certo, riconoscono gli esperti, ci sono molte variabili da tenere in considerazione, come il tipo di vita, sedentaria o attiva, dei cittadini presi in considerazione durante lo studio, ma le prove che - anche in città - una pedalata al giorno levi il medico di torno sembrano incontrovertibili: tanto che a Strasburgo (Francia) le ore di bicicletta sono recentemente diventate un bene prescrivibile dal medico di base, proprio come le pastiglie per il cuore. Il progetto partirà a settembre, durerà un anno e coinvolgerà una cinquantina tra cardiologi e medici generici, che potranno includere nelle ricette, insieme a farmaci mutuabili, anche un tot di ore di bici gratis, sovvenzionate dall'amministrazione cittadina.
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