Una camera a gas: così le autorità indiane hanno definito Nuova Delhi. Già conosciuta come una delle metropoli più caotiche e inquinate al mondo, la città sta in queste ore facendo parlare di sé per la peggiore emergenza smog degli ultimi 17 anni.
Come fumatori. Nella giornata di lunedì 7 novembre il PM2.5, il particolato atmosferico abbastanza sottile da penetrare a fondo nelle vie respiratorie e accumularsi nel cervello, ha raggiunto in alcuni punti concentrazioni pari a 700-1.000 microgrammi al metro cubo: 16 volte i livelli consentiti dalle leggi indiane, e oltre 90 gli standard considerati sicuri dall'OMS. I danni di un'esposizione costante a questi livelli di smog sono paragonabili a quelli causati dal fumare due pacchetti di sigarette al giorno.
Le misure. Sabato 5 novembre, al sesto giorno consecutivo con queste concentrazioni, le autorità cittadine hanno disposto la chiusura di 1.800 scuole e il fermo per cinque giorni di ogni cantiere di costruzione e demolizione.
Visibilità zero. Con 25 milioni di abitanti e 8,8 milioni di veicoli su strada ogni giorno, ancora molte fabbriche a carbone e i rudimentali metodi di riscaldamento usati nelle periferie, Nuova Delhi è da tempo uno dei poli mondiali dell'inquinamento atmosferico. Ma negli ultimi giorni la cappa si è fatta così densa da ridurre la visibilità a 200 metri, causando tra l'altro un significativo aumento di incidenti su strada.
Incendi nei campi. All'origine del problema ci sarebbero i fumi dei falò appiccati dai contadini degli stati del Punjab e dell'Haryana, stati agricoli a ovest e nordovest di Delhi: i coltivatori bruciano quel che resta della raccolta di riso e frumento, per preparare i campi all'anno successivo. Ma i venti hanno trasportato le ceneri fino alla metropoli già pesantemente inquinata.
Lo zampino dei botti. Si è poi appena conclusa la festività religiosa di Diwali, che prevede ogni anno il lancio di centinaia di migliaia di botti e fuochi d'artificio. In genere le conseguenze sull'inquinamento di questi fattori durano due o tre giorni: questa volta hanno superato la settimana. E mentre le autorità invitano a rimanere a casa, gli ospedali hanno registrato un picco di ricoveri per problemi respiratori, in un Paese dove le morti legate a queste patologie sono già moltissime: 159 ogni 100 mila decessi nel 2012.