Sarà il piacere di concludere un buon affare, sarà che il vintage è tanto chic, ma sono sempre di più gli italiani che ogni giorno, per i propri acquisti, si rivolgono prima di tutto al mercato dell’usato.
Una scelta intelligente perchè, permette di risparmiare qualche soldo e contribuisce attivamente alla salvaguardia dell’ambiente.
Lo afferma Schibsted Media Group, multinazionale norvegese leader nelle piattaforme online per la compravendita dell’usato (in Italia è presente con Subito), in uno studio pubblicato qualche giorno fa dal titolo “Second Hand Effect”.
Lo studio, che è stato commissionato all’Istituto Svedese di Ricerca Ambientale (IVL), ha preso in considerazione le compravendite di beni usati avvenute nel 2015 sui cinque mercati più grandi di Schibsted Media Group: Subito (Italia), Vibbo (Spagna), Leboncoin (Francia), Blocket (Svezia) e Finn (Norvegia).
Secondo i ricercatori l’acquisto di veicoli e oggetti di seconda mano ha permesso di evitare complessivamente l’immissione nell’atmosfera di oltre 12,5 milioni di tonnellate di CO2, derivanti dalla non produzione dei beni nuovi e dal mancato smaltimento in discarica di quelli vecchi.
Parigi val bene un usato. Un quantitativo notevole, pari a 1.100 voli intorno al mondo a bordo di un Airbus 380, alle emissioni annuali di 1.5 milioni di europei e al blocco totale del traffico per 3 anni e 4 mesi nella città di Parigi.
Gli italiani hanno contribuito a questo risultato effettuando compravendite di usato su Subito per 3,4 milioni di tonnellate di CO2, una quantità equivalente al blocco totale del traffico per 32 mesi a Milano o per 10 mesi a Roma, alle emissioni annuali di 373.626 italiani, a 3,6 milioni di viaggi in aereo Milano-New York, alla produzione di 5,2 miliardi di tonnellate di pasta.
I ricercatori dell’ IVL hanno elaborato questo dato analizzando un campione di annunci di usato pubblicati sui siti oggetto dello studio. Per ogni categoria di oggetti è stato calcolato l’impatto ambientale medio a partire dai vari materiali che lo compongono: per esempio un divano o una sedia nella categoria “Arredamento e Casalinghi” sono mediamente formati dal 30% di legno, 11% di acciaio, 18% di polipropilene, 20% di poliuretano, 10% di poliestere, 7% di cotone, 3% di pelle, 1% di lana.
Quanto inquina il cell? Per ogni bene è stato poi calcolato l’impatto ambientale derivante dall’estrazione della materia prima, dalla lavorazione dei materiali di cui è composto e dal processo di dismissione.
Per esempio, avete idea di quanto "pesa" uno smartphone in termini di CO2? Circa 75 Kg, così suddivisi:
- estrazione dei materiali: 7Kg
- produzione del telefono: 45 Kg
- distribuzione ai punti vedita: 7 Kg
- utilizzo (ricarica della batteria): 13 Kg
- smaltimento: 1 Kg
Seguono poi i beni delle categorie "Casa e Persona" con 576.000 tonnellate (2,1 milioni totali), Elettronica con 254.000 (650.000 totali) e Sports & Hobby con 41.000 (170.000 totali).