Animali

Anche i corvi fanno piani per il futuro

Come gli umani e le grande scimmie, sanno pensare in anticipo a come ottenere una gratificazione successiva: un'abilità che i bambini sviluppano dai 4 anni di età.

Le gioie e le difficoltà del fare progetti: l'uomo le conosce bene, la nostra civiltà si è sviluppata anche grazie alla capacità di anticipare i futuri bisogni e sacrificare l'oggi per ottenere una ricompensa domani. A lungo abbiamo creduto di essere i soli a saperlo fare: una decina di anni fa abbiamo scoperto che anche le grandi scimmie - scimpanzé, oranghi e bonobo - sanno programmare il futuro.

Ora all'elenco si aggiungono i corvidi: gli uccelli di questa famiglia sanno organizzarsi per fare fronte a esigenze future, anche quando queste non sono immediate, e persino in situazioni inconsuete e non quotidiane. Non si tratta perciò di un adattamento sviluppato in risposta a una precisa esigenza ambientale, ma di una capacità sviluppata in modo indipendente negli uccelli e negli ominidi, le cui linee evolutive si separarono 320 milioni di anni fa.

Gli indizi precedenti. Dei corvidi sappiamo che sono abili strumentisti e che, come l'uomo, hanno capacità di pensiero astratto. Nel 2007, uno studio dell'Università di Cambridge dimostrò che le ghiandaie (della famiglia dei corvidi) sanno stipare scorte di cibo in luoghi dove immaginano si ritroveranno affamate la mattina successiva.

Alcuni lo hanno interpretato come una prova della capacità di fare piani, che presenta tuttavia delle debolezze: potrebbe trattarsi di uno specifico adattamento riferito al cibo, e non di un'abilità generalizzata.

Il corvo a spasso sull'aquila
Curiosità: taxi volante (il corvo a spasso sull'aquila). © Phoo Chan

Per vederci più chiaro, Mathias Osvath (Università di Lund, Svezia), ha voluto mettere alla prova la capacità di "pensare in anticipo" dei corvidi in due situazioni non quotidiane, come l'uso di strumenti per aprire una scatola e situazioni di baratto con l'uomo. I risultati dello studio sono pubblicati su Science.

Scelgo questa (non si sa mai...). In un esperimento, alcuni corvi sono stati istruiti ad aprire, con una pietra, una scatola contenente crocchette per cani. Poi, sono stati posti davanti a una serie di strumenti tra cui scegliere, senza che la scatola fosse più visibile. Gli uccelli hanno potuto scegliere un attrezzo e, 15 minuti dopo, sono stati rimessi di fronte alla scatola, ma in un luogo diverso. I corvi hanno scelto la pietra giusta, e con quella aperto il contenitore in 11 casi su 14.

Baratto. In un secondo caso i pennuti hanno imparato a scambiare un gettone per una ricompensa. In seguito hanno dovuto sceglierlo di nuovo tra un mucchio di altri oggetti, tenerlo con sé per 15 minuti e solo allora darlo allo sperimentatore per ricevere il premio. Gli uccelli hanno scelto il gettone giusto in 143 casi su 144.

Nel 77% delle volte sono anche riusciti a scambiarlo con la ricompensa.

Nati per programmare. La loro abilità è stata sempre ai massimi livelli dal primo trial in poi: non si trattava, quindi, soltanto della forza dell'abitudine. La loro lungimiranza ha funzionato nel 90% dei casi anche posticipando la gratificazione fino a 17 ore dopo. «Le prestazioni dei corvi sono allo stesso livello di quelle delle grandi scimmie», conclude Osvath: «sanno prendere decisioni immediate per un futuro che accadrà altrove.»

16 luglio 2017 Elisabetta Intini
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